Il mago dell’Est. È uno dei leader della difesa al titanio che ha uno sciamano come Conte a guidarla. Prendete le 35 formazioni del Napoli: c’è sempre Amir Rrahmani, il capitano del Kosovo ma anche uno dei capitani silenziosi dello spogliatoio azzurro. Instancabile, prima o poi il signor Antonio gli dedicherà una statua: perché fino ad adesso non ha saltato una gara. Sempre presente, con una sola sostituzione al 77′ delle gara di Venezia.
Poi sempre presente: con il 4-4-2, con il 3-5-3 con il 4-3-3. Un po’ come la teoria tolemaica della terra fissa. Ecco, al centro dell’universo della difesa più forte d’Europa c’è questo 31enne, arrivato in sordina per volontà di Rino Gattuso e da allora titolare quasi sempre intoccabile. Conte ha puntato forte sul kosovaro che gli ha restituito tutto con gli interessi. Ieri per lui relax alla Taverna Anema e Core, a Capri.
Non farà divertire il gioco del Napoli, ma quelli che si divertono di ancora meno sono gli avversari. Il Napoli è un muro di granito. Un blocco difensivo insuperabile, che è stato sottoposto a tante diverse prove di fuoco. E le ha superate tutte: 25 gol presi, nonostante emergenze una dietro l’altra, con gli stop di Buongiorno e poi del suo sostituto Juan Jesus, di Spinazzola e anche di Olivera. Una serie di accidenti senza fine con il tecnico che ha cambiato le cose anche a ridosso della partita. Ma Rrhamani no: lui ha sempre resistito. Come Di Lorenzo, di cui però si sa che il soprannome Robocop non è casuale. Ma anche questo kosovaro che ha sempre la parola giusta al momento giusto.
Ma quel che conta, sta sempre al posto giusto, e sul pallone giusto. Come a Lecce, quando ha guidato con personalità all’esordio da centrale Olivera. Lui non sbanda mai. Il Napoli del “contismo”, fatto di compattezza, sacrificio e massima resa con il minimo sforzo non subisce gol da ben 386 minuti. L’ultimo a segnare è stato Ndoje a Bologna. Rrhamani è il muro, l’inno alla solidità difensiva, un baluardo insuperabile sui palloni alti e sul breve. Un sistema difensivo ben organizzato, col mutuo soccorso di tutti e ben studiato. Per costruire o ricostruire una squadra bisogna partire dalla difesa, proprio come ha fatto Conte.
Con una coppia perfetta: Rrhamani e Buongiorno. Ma l’ex granata ha accumulato problemi fisici legati anche alla sfortuna. E poi anche il suo sostituto, Jesus, ha avuto problemi fisici che costringeranno Conte a piazzare ancora lui al centro del 4-4-2 domenica con il Genoa. Tanto, per il kosovaro cambia poco: lui è sempre nel mezzo, sia col braccetto sia senza. Ha segnato solo gol al Genoa nella gara di andata, ha accumulato 3.137 e l’ultima volta che non ha giocato è stata con il Lecce, nella 38esima giornata dello scorso campionato.
Poi ha tenuto a battesimo anche Rafa Marin, con cui ha condiviso tutti i 139 minuti in campo dello spagnolo incompreso. Poi altre 12 gare con Jesus come spalla, 22 volte quando si girava a sinistra ha visto Buongiorno e sabato pomeriggio a Lecce si è ritrovato Olivera. Non ha mai nascosto i meriti di questo momento al suo tecnico: «Per lui siamo tutti dei robot», raccontò in un’intervista a Radio Crc. Contratto fino al 2027, pieno di bonus. Compresi quelli per lo scudetto. Sarebbe il secondo per lui, non cose di poco conto per un ragazzo nato a Pristina e che la sua prima scelta coraggiosa è stata quella di dire di no alla nazionale dell’Albania e sì alla nuova nazionale, quella del Kosovo.