Approfondimento di S. Ianuale – Pensare che a Zanoli bastava solo un’occasione…
Classe 2000 e prima gara da titolare contro l'Atalanta in una sfida decisiva: Di Lorenzo si gode il pupillo da casa senza preoccupazioni
ASSENZE? QUALI ASSENZE? – Alessandro Zanoli, classe 2000, terzino destro italiano e di proprietà del Napoli: davanti a sé si ritrova Giovanni Di Lorenzo (che di seconda professione fa lo stakanovista) e gioca quegli spiccioli di partita che gli regala Spalletti per fargli fare esperienza. Alla fine gli bastava solo un’occasione e Luciano l’ha premiato: niente difesa a tre, niente Malcuit, niente Tuanzebe, gioca lui, che esordisce dal primo minuto in Serie A contro l’Atalanta in una sfida decisiva con Rrahmani e Osimhen squalificati. Eppure, non sembravano mancare perché Mertens è Mertens e ormai si sprecano le parole su di lui; Juan Jesus sembra quasi non importarsene delle folate offensive di Hateboer e Muriel, tanto da lì non si passa e basta; Zanoli soffre solo Boga, ma ci pensano i compagni se passa, perché il calcio è un gioco di squadra e questa difesa l’ha dimostrato, una volta di più, e poi non sbaglia quasi nulla.
I NUMERI DELL’ESORDIO – Li trovate tutti qui, ma andiamo a commentarli per capire il peso dei suoi palloni: ne tocca più di tutti, non soffre la pressione, smista in maniera ordinata e quando non si deve rischiare la spazza avanti senza vergognarsi. Tra questi ci sta un tocco d’esterno delizioso per Mertens, da cui nasce il rigore del primo gol.
Il tocco di Zanoli per Mertens da cui nasce il rigore, poi segnato da Insigne
AH, L’INTRAPREDENZA DEI GIOVANI! – In una partita dove nei primi dieci minuti della prima frazione di gioco l’Atalanta spinge e mette sotto gli azzurri, arriva Zanoli che, senza fronzoli o paura, ma con quella “strafottenza”, quell’intraprendenza e anche quella voglia (spesso messa in discussione) dei giovani di emergere e forgiare il proprio destino senza se o ma, parte e spacca il centrocampo bergamasco, vede Mertens e lo serve con tempi e distanze giuste, quasi lo facesse da una vita. Risultato? Rigore e gol del vantaggio. Non soddisfatto, concede un replay della stessa giocata nel secondo tempo, in un altro momento di pressione e porta avanti palla tenendola lontana dalla propria porta. Poi colpi di testa, intercetti, precisione nei passaggi. Insomma, ai giovani bisogna dare tempo, sì, ma a volte basta anche solo un’occasione.
Di Simona Ianuale