Il rischio, adesso, è quello di stabilire il nuovo record negativo di punti in Serie A da quando ci sono venti squadre: il Monza ne ha 15 e gliene servono 3 nelle prossime sei giornate per non entrare nella storia con un primato decisamente poco invidiabile. Lo ha lasciato intendere anche Alessandro Nesta ieri mattina, sperando che la squadra raccolga almeno quel minimo di energie mentali: «Retrocederemo, ma cerchiamo di farlo con dignità e di non peggiorare: mi rendo conto che è difficile tenere su l’ambiente. Però sfidare le grandi come il Napoli, in parte libera da certe responsabilità». Lui e Bocchetti (per 7 partite) si sono equamente divisi le due vittorie del Monza in questo campionato, dentro una confusione totale alimentata dall’ultimo posto ormai ineluttabile. Con rassegnazione assortita, ora figlia di 10 sconfitte nelle ultime 12 partite.
IL PRIMATO. Al momento, il rendimento peggiore di tutti è quello della Salernitana dello scorso anno: 17 punti, e il calendario che si ritrova il Monza fa pensare soltanto a quando scatterà l’aritmetica retrocessione. Non c’è mai stata alcuna traccia di quella squadra che in A, nei suoi primi due anni, ha persino accorciato le distanze con le big del campionato. Altro che retrocedere per manifesta inferiorità, come dallo scorso autunno è sembrato chiaro. Intanto, le scorie della sconfitta di Venezia sono gli infortuni di Izzo e Keita. «Io non mi chiamo fuori da quello che sta succedendo: sicuramente ho sbagliato nell’atteggiamento e anch’io sono parte del problema», ha osservato ancora Nesta. «Da parte mia, i confronti con la squadra ci sono sempre».