La conferenza – Spalletti: “Noi abbiano un dovere verso i nostri tifosi. Contro i tedeschi sarà una finale”

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C ’è una distanza breve – novanta minuti, meno di niente – e però per riempirla, non ci sono attimi da sprecare. Voltarsi, non sia mai: perché qui non c’è tempo da perdere, né lusinghe in cui adagiarsi: quando la Storia chiama, e a gran voce, è indispensabile saperla ascoltare, seguire il ritmo della voce, inseguirla strategicamente, evitando di smarrirsi tra i cespugli della vanità e puntando su se stesso. «E su cuore, cervello e un po’ di culo…». Mentre Napoli-Eintracht sta per spuntare all’orizzonte, e intorno c’è una città-Mondo che non sta nella pelle, Luciano Spalletti prende il proprio calcio, trent’anni da illuminato accomodato in panchina, e lo sistema sul prato di uno stadio leggendario, sul quale un tempo si posò una stella. «Napoli ha visto il più forte di sempre e noi abbiamo solo il dovere di offrire spettacolo. Senza presunzione, anzi con umiltà, però senza snaturarci: nessuno può chiederci di andare a fare calcoli, sarebbe un errore macroscopico che non commetteremo. In gare del genere, è sottilissima la differenza che può indirizzarla. E noi saremo quelli di sempre, per la nostra gente, gente che s’intende di calcio. Io una maglia della mia formazione l’ho già assegnata, ed è del pubblico, di questa meravigliosa folla che ci starà a fianco e giocherà con noi».  

 

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Di quella Napoli alla quale Spalletti chiede di non distrarsi, si direbbe di non disunirsi, e di continuare ad essere fedele alla sua civiltà. «Voglio dire ai napoletani che l’unica sfida che potrà darci onore è quella sul campo, la partita giocata, e a noi deve interessare solo quella. Abbiamo bisogno che tutte le energie dei nostri tifosi siano utilizzate per sostenere ed aiutare la squadra nel cercare di raggiungere una qualificazione che sarebbe storica per la società, per la città e per tutto il popolo partenopeo». Si parte dal 2-0 che il Napoli s’è regalato all’andata, da quel poster di Gigantesca Bellezza ch’è divenuto una specie di spartiacque europeo e che Spalletti vuole replicare, affinché non ci sia nessuno dubbio. «Siamo di fronte ad una gara che può essere paragonata alla prima finale della stagione. Io non penso che avvertiremo la pressione e proveremo a riproporre la nostra qualità, con l’atteggiamento di una squadra affamata. Noi vogliamo viverla questa serata e per quello a cui mi hanno abituato, i miei non abbasseranno lo sguardo». 

IO VI CONOSCO… E sarà come ricominciare dal nulla, quindi, lasciando che l’andata resti un meraviglioso ricordo di sé ed immergendosi in questa ora e mezzo con una serie di input che arrivano da lontano: «Per esempio, che l’Eintracht ha vinto l’Europa League, un anno fa, eliminando il Barcellona, che ci aveva fatto fuori, al Camp Nou. E neanche quella volta avevano Kolo Muani in attacco. Il lavoro di Glasner è stato notevolissimo, c’è tanta qualità, e noi sapremo rispettarli, perché lo meritano e perché noi non sappiamo non farlo. Ci vorrà una partita straordinaria».

Ci vorrà il Napoli che il mondo ha cominciato a guardare, ancor prima di Francoforte, che appartiene a Spalletti, porta a spasso la sua filosofia, è l’immagine di un calcio che ti rapisce ma anche la fotografia di una filosofia che è radicata nel Napoli. «Il nostro segreto è quello di Pulcinella: per fare grandi squadre ci vogliono grandi calciatori, il club e Giuntoli sono stati bravi a costruirla. Questo è un gruppo fantastico non l’addizione di giocatori, che hanno alimentato la propria creatività con la passione di questa città straordinaria». Qui si rifà la Storia.

 

Fonte: CdS

 

 

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