Gabriella Calabrese: “Spalletti, l’ allenatore contadino dal cervello fino”

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La “prof”, come ci definiscono i ragazzi oggi, che è in chi vi scrive, non può non farlo notare che subito. A Napoli arriva, per accomodarsi su una panchina affascinante, ma a tratti scomoda, un concittadino, niente poco di meno che, di Giovanni Boccaccio da Certaldo. Il re della novella, l’autore del meraviglioso Decameron, formatosi in quell’ altrettanto meravigliosa Napoli e che restò affascinato dal capoluogo partenopeo, dalla sua storia, dalla sua cultura. Oggi si annuncia, per quel posto, tale Luciano Spalletti, anche lui da Certaldo, come detto. L’allenatore “contadino”, come lui stesso ama definirsi. Cinico, concreto, come le sue radici vogliono, ma anche filosofo. In fondo chi lavora la terra ha una particolare filosofia di vita, fatta di aneddoti, esempi, disgressioni, elaborati mentali. Un uomo che ama parlare di calcio, ma non solo, e che ama “sentirsi parlare”. Quel giorno a Trigoria, troppo lungo raccontare il perchè chi vi scrive fosse lì, durante la sua prima esperienza romana, c’era silenzio. La scolaresca, 16enni indiavolati, lo ruppe. Senza alzare di un tono la voce, li rimise a regime. Però, pensò sempre chi vi scrive, quasi quasi lo assumo! Ora, quelli che si informano solo via social, lo ricordano per le diatribe con Totti e per la recente fiction, unita al personaggio interpretato da Tognazzi, dimenticando tutto il resto. Uno dei primi, se non il primo, a proporre il falso nueve, ad inventare il falso dieci, quel trequartista atipico che nasce nel centrocampo più arretrato e deve cimentarsi nelle incursioni in avanti, quell’ossessione maniacale per la tattica. Un tecnico che predilige il 4-2-3-1, ma non disdegna il 4-3-3, oggi se non fai riferimento ai numeri potrebbe sembrare che di calcio non ne capisci niente, attua un gioco dinamico con un centrocampista di manovra ed uno di “rottura” che hanno il compito di lanciare in profondità. Anche costruzione dal basso, ma unita a ripartenze e velocità. Ah, però è antipatico. Ah, però rompe gli spogliatoi. Ma con quelli già rotti, la regola vale lo stesso? E, un’altra cosa…A voi, la spocchia delle prima donne vi piace veramente? No, pe’ sapè…

Factory della Comunicazione

Gabriella Calabrese

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