L’A.N.DE.S. chiede maggiore sicurezza anche per gli steward

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«Più sicurezza per gli steward»

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«Un match a porte chiuse non coinvolge soltanto i 22 giocatori in campo, ma anche circa 300 operatori che lavorano per quello stesso match. Per questo la sicurezza sanitaria da adottare nel caso in cui riparta il campionato deve essere garantita per tutte le figure professionali, dai calciatori fino agli addetti con contratti precari. Insieme a tecnici professionisti, abbiamo stilato delle linee guida da presentare alle istituzioni del calcio su come organizzare il lavoro all’interno di uno stadio ai tempi del coronavirus». Così Ferruccio Taroni, presidente dell’A.N.DE.S, l’Associazione Nazionale Delegati alla Sicurezza, che riunisce gli oltre trentamila steward e Delegati alla Gestione Evento (Dge) di tutta Italia, interviene sulle modalità con cui il calcio punta a ripartire.

A.N.DE.S, insieme al dottor Fabio Volonté, medico chirurgo specialista in anestesia e rianimazione e consulente sanitario per A.N.DE.S, ha stilato delle linee guida relative alle modalità con cui potrà essere organizzato il lavoro in uno stadio. Nel caso di match a porte chiuse nel rispetto di tutte le direttive nazionali in materia di salute relative al coronavirus. Il documento, pubblicato sul sito ufficiale Andes (associazioneandes.it), sarà poi presentato alle istituzioni nazionali del mondo del calcio e resterà aperto a integrazioni. Anche in relazione all’evolversi della pandemia. Fonte: CdS

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