La Serie A pensa alla “Safe Zone” per le aree a rischio

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NO SAFE ZONE

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Intanto, si valuta anche dove giocare le partite. Nei giorni scorsi, infatti, erano circolate diverse ipotesi, arrivando a contemplare l’individuazione di alcune zone sicure. Limitando a quelle la disputa delle partite. La linea delle Federcalcio invece è quella che ogni squadra giochi i match casalinghi nel proprio stadio.

Il dubbio, evidentemente, era nato soprattutto per Bergamo e Brescia, alla luce dei numeri del contagio. Ma visto che in quelle aree hanno già ripreso o stanno riprendendo l’attività una serie di industrie, significa che, se vengono approntate adeguate condizioni di sicurezza per i lavoratori, possono essere create anche per organizzare una partita a porte chiuse.

Attenzione, in caso di necessità, o semplicemente per aumentare il livello di sicurezza, non viene scartata l’ipotesi di cambiare stadio, ma sarà comunque in zone limitrofe. Tanto più che per una gara a porte chiuse i requisiti si abbassano, a cominciare dalla capienza.

In condizioni di sicurezza saranno anche il Var e il suo aiuto, oltre ai tecnici che abitualmente occupano lo stanzino di analisi video. Anche da questo punto di vista, la Federcalcio è convinta che non ci saranno ostacoli di sorta, avendo sotto mano la logistica di tutti gli impianti. Fonte: CdS

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