Riccardo Mancini (Dazn) sul momento del torneo di Serie A

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Il giornalista e telecronista di DAZNRiccardo Mancini, è stato ospite nella trasmissione del martedì condotta da Max Viggiani, Pietro Maiello e Lida Sabic. Le sue dichiarazioni su Casanapoli.net

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La Juventus chiude con 5 punti in meno il girone di andata rispetto all’anno scorso. Meglio Sarri o Allegri?

“Non bisogna fare un paragone perché parliamo di due allenatori molto preparati. Credo che un vincente come Massimiliano Allegri non possa essere messo a paragone con uno come Sarri, che ha il pregio di essersi calato bene nella realtà Juventus. Non era scontato perché ricordo che tanti in estate avevano dubbi sul fatto che Sarri sarebbe riuscito ad imprimere il suo marchio su questa squadra. Sta facendo grandi cose, gestendo anche al meglio tutti i suoi giocatori migliori. Sono due allenatori con due filosofie diverse, ma va dato atto ad Allegri di quello che ha fatto e a Sarri di quello che sta facendo”.

Differenze culturali tra Italia ed Inghilterra

“Mi incuriosisce l’approccio diverso tra Italia ed Inghilterra al VAR. Mi colpisce che lì l’arbitro si fida ciecamente del VAR e decide in campo, senza andare a rivedere l’episodio allo schermo. C’è una differenza culturale. In Inghilterra inoltre il gioco è più fluido. Tante volte quando l’arbitro è costretto a fermarsi ad ascoltare l’auricolare i tifosi inglesi cominciano a fischiare per la perdita di tempo. La differenza la si vede anche nelle partite di coppa. Se confrontiamo FA Cup e Coppa Italia, lì i tifosi riempiono gli stadi mentre in Italia no”.

L’Inter vola grazie all’effetto Conte. Avrebbe raggiunto gli stessi risultati con un altro allenatore?

“Prima di tutto bisogna dire che l’Inter ha rinforzato in maniera massiccia la squadra. La mano di Conte si vede ovunque lui vada: lo ha fatto alla Juve, al Chelsea e lo sta facendo anche ora. E’ uno esigente, pretende investimenti dalla società per costruire una squadra competitiva. L’Inter lo ha fatto e il +7 rispetto all’anno scorso non mi sorprende perché era nelle ambizioni della società competere con la Juventus per lo scudetto. Senza Conte cambia tanto perché il suo lavoro è fondamentale per ottenere i risultati”.

Eriksen obiettivo nerazzurro: l’analisi di Mancini

“E’ un organico di un certo tipo ma la coperta è un po’ corta. Serve un rinforzo in mezzo al campo ed Eriksen può essere il nome giusto per costi e cartellino. Può essere il nome giusto perché ha 27 anni ed ha ancora margini di miglioramento. Anche a livello internazionale ha il suo pedigree”.

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