L’estero di Ancelotti: non solo trionfi anche degli stenti

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Le esperienze all’estero di Ancelotti sono stata eccellenti, ma qualche problema c’è stato. Dopo gli anni al Chelsea (contratto triennale risolto al secondo anno) e al Psg, arriva a giugno del 2013 l’ingaggio al Real Madrid. Nella prima stagione arriva terzo nella Liga, ma vince la leggendaria Decima Champions e la Coppa del Re. Nella stagione seguente dopo 12 turni il suo Real è primo ma la stagione (dopo Coppa del Mondo e Supercoppa Europea vinte) finisce male: esce dalla Champions (battuto in semifinale dalla Juve) e in campionato finisce secondo alle spalle del Barcellona. Inevitabile la risoluzione del contratto un anno prima della scadenza del triennale. Infine l’esperienza al Bayern Monaco: triennale da luglio 2016. Vince subito la Bundesliga (quarto titolo in quattro paesi diversi) ma la seconda stagione è disastrosa. Dopo sei giornate la corazzata tedesca ha 13 punti, è terza in classifica e soprattutto lo spogliatoio è una polveriera. Carlo ha i senatori contro (Robben, Ribery e Mueller tra gli altri), a detta anche del presidente Hoeness, i calciatori si lamentano per gli allenamenti deficitari. Decisivo per l’esonero l’unico in carriera a stagione in corso – il pesante ko (3-0) con il Psg in Champions. E così il 27 settembre del 2017, dopo che lo stesso Ancelotti aveva valutato di dimettersi, arriva l’esonero, insieme a tutto lo staff, lo stesso che è con lui al Napoli, che 8 mesi dopo, diventa l’occasione del suo riscatto. Fonte: Il Mattino

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