L’ex Higuain si sente “merce di scambio” e Batistuta lo fa fuori dall’Argentina

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Si aspettava un’altra situazione, a Milano, Higuain, credeva che la squadra fosse più competitiva, pensava di stare al centro del progetto. Invece, il nuovo amministratore delegato Ivan Gazidis, che prenderà possesso nella sua nuova scrivania al Portello l’1 dicembre, non sembra convinto di sborsare 36 milioni oltre ai 18 già pagati, per renderlo del tutto rossonero. Il prestito (molto) oneroso induceva a ritenere l’ovvio, cioè il riscatto: chi butta 27,5 milioni (considerando 9,5 di stipendio) per un anno di affitto? Eppure, anche puntando su Higuain il nuovo Milan di Paul Singer (il padrone) e di Ivan Gazidis (l’amministratore) non ha intenzione di spendere tutti quei soldi. Meglio lasciar cadere l’opzione e a rinegoziare. Bisogna vedere se la Juventus lo consentirà.
Higuain si sente sballottato, non pienamente accettato. I problemi della squadra, le strategie della società, il fantasma di Zlatan Ibrahimovic che s’aggira, oggi fluttua verso alla Sampdoria, ma tornerà. E Gabriel Batitusta che lo manda il pensione anticipata, almeno con l’Argentina: «Il tempo di Higuain è passato, ora è quello di Icardi». Però potrebbe parlare anche di tenori a Milano. Tanti malamente sulla sulla strada del Pipita. Forse è per questo che ha preso la strada di Roma per andare a difendersi alla Corte d’Appello Federale contro la squalifica (due giornate) d’impotenza rimediata con la Juventus. Ha fretta di tornare in campo, Higuain, vuole giocare, dimostrando quello che vale. Vuole riprendersi la scena e lasciare ad altri la sceneggiata. Fonte: CdS

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