Il Napoli di Antonio Conte non gioca un calcio travolgente, ma è tornato a far battere forte il cuore dei suoi tifosi. Dopo il crollo della scorsa stagione, chiusa mestamente al decimo posto, oggi è di nuovo lì, a giocarsi lo scudetto. E questo, per molti napoletani, «è già una vittoria», come dice Carlo Palmieri, vicepresidente dell’Unione Industriali di Napoli.
Conte ha ridato solidità e ambizione. Ha capito la città, l’ha abbracciata. Lo dimostrano gli applausi del Maradona anche dopo le sconfitte. Come dopo il pesante 0-3 con l’Atalanta o lo stop con la Lazio. E la risposta della squadra è stata immediata: una serie di vittorie, grinta, fame. La strategia comunicativa del tecnico – parlare molto di sé, assorbire pressioni – è chiara e studiata: «Ha voluto spostare l’attenzione, alleggerire i giocatori», spiega Bruscolotti.
E in campo ci sono simboli forti. Come McTominay, dieci gol e ogni volta un bacio al simbolo del club. «È un privilegio giocare qui», ha detto. Personalità, fame e orgoglio: ingredienti indispensabili per un finale da batticuore. Perché stavolta lo scudetto non arriverà in anticipo, ma andrà conquistato metro dopo metro. E, proprio per questo, potrebbe essere ancora più dolce.
Fonte: Il Mattino