GDS-L’AIA apre al Var con il “Challenge”: “Siamo pronti, ma non dipende da noi”
Non si placano le polemiche riguardo agli arbitri. La ventiquattresima giornata è stata caratterizzata da numerosi errori che hanno acceso e infiammato le polemiche. Il focus principale della discussione non è l’arbitro in campo, ma l’utilizzo che si fa del Var.
L’utilizzo della video assistenza arbitrale può aiutare i direttori di gara a gestire i momenti delle partite e le stesse partite in maniera del tutto tranquilla. Ma il problema è proprio il modo in cui viene utilizzato questo strumento. Il protocollo istituito dall’Ifab (International Football Association Board), ha reso cervellotico il ricorso al Var andando ad accrescere non la discrezionalità del fischietto impegnato in campo, ma anche di quello dietro il monitor.
Proprio in merito a questa questione il presidente dell’AIA Antonio Zappi, che ai microfoni della Gazzetta dello Sport, si è detto aperto ad un nuovo utilizzo del Var, che, magari, possa contemplare la “chiamata” da parte delle panchine come avviene con il “Challenge” nella Pallavolo.
“Noi siamo totalmente aperti, nel caso in cui ci chiedessero di sperimentare il Var a chiamata. Apriremmo le finestre- ha dichiarato Zappi- non solo le porte a questa possibilità”. “Non è nelle nostre possibilità visto che i cambiamenti del protocollo dipendono dall’Ifab, ma il mio pensiero è che una società non debba mai uscire dal campo con la sensazione di aver subito un’ingiustizia. Quel potere di segnalazione del capitano o dell’allenatore che invita l’arbitro a un field review dovrebbe poter essere un’opportunità. È una possibilità, come dire, anche per istituzionalizzare la protesta. Questa cosa potrebbe fare la differenza. In generale auspichiamo un’evoluzione protocollare che vada verso il superamento di alcuni problemi. La Var ha bisogno di una manutenzione costante e in certi casi la forma non consente di cogliere la sostanza. Però non si possono condannare alcune decisioni arbitrali che sono perfette dal punto di vista del protocollo”.