“Juan Jesus avrebbe potuto chiamare in causa qualche testimone”

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L’argomento più discusso del momento è sicuramente il caso Acerbi-Juan Jesus, con il difensore dell’Inter che non è stato squalificato dal giudice sportivo per le presunte offese razziste nei confronti di Juan Jesus. La domanda che ora si pongono tutti è: chi ha ragione tra i due? A Radio Marte, Eduardo Chiacchio, si è esposto su questa situazione.

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“Il caso Acerbi-Juan Jesus?

Non so negli interrogatori cosa si siano detti i giocatori ed il procuratore Chinè. In giustizia sportiva non è necessaria la prova oltre ogni ragionevole dubbio, basta un grado indiziario appena superiore alla media. Purtroppo questo grado non è stato nemmeno sfiorato, tutti gli elementi che deponevano a favore della tesi accusatoria di Jesus sono stati smentiti: i video non hanno dimostrato le offese razziste, neppure l’audio dell’arbitro con il Var.

Si pensava che ci fossero state le scuse del giocatore ma non c’è stato alcun testimone, al riguardo. Ero convinto, sinceramente, che qualche giocatore del Napoli fosse stato vicino a Juan Jesus, in modo da poter riportare le offese ricevute dal calciatore. Il difensore del Napoli avrebbe potuto chiamare in causa qualche calciatore testimone.

Dico di più: Acerbi ha “confessato” dicendo sì, ho insultato per una frase offensiva, ma non per quella di discriminazione razziale. Jesus, inoltre, è andato da solo all’interrogatorio, non assistito da un legale e non so per quale motivo, perché va redatto un verbale che viene attentamente letto e a volte basta una parola, un accento, una congiunzione a cambiare il senso di una frase”.

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