Parilimpiadi 2023 – Napoli primeggia con la pesista Legnante. La sua storia

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«Sinceramente il getto del peso in sé non mi è mai piaciuto. Io sono stata un’atleta catapultata con un peso in mano, proprio perché i risultati hanno scelto per me. Io ero una pallavolista all’inizio, poi, per alcune vicissitudini sono stata inviata e spedita a fare atletica leggera e il getto del peso. Ma a scuola facevo di tutto: correvo, saltavo, però i primi risultati sono arrivati con il lancio del peso. È uno sport in cui devi avere una preparazione fisica importante, devi essere comunque un atleta veloce, rapido e soprattutto preparato anche mentalmente». Assunta Legnante è leggenda. In quel getto del peso che ha scelto lei come ha raccontato qualche anno fa in una biografia (memoriaparalimpica.it).
MONDIALE
La 45enne ragazza di Frattamaggiore, da tempo trapiantata nelle Marche, ha conquistato per la quinta volta consecutiva l’oro mondiale nel lancio del peso categoria F11/12 (le categorie delle atlete cieche e ipovedenti che gareggiavano accorpate). Ha vinto con 15,55. La cinquina d’oro (Lione 2013, Doha 2015, Londra 2017, Dubai 2019 e Parigi 2023) rende irripetibili le sue gesta nella storia dell’atletica leggera italiana. Dopo aver già assaporato il podio parigino con il bronzo nel disco, la campionessa paralimpica di Londra e Rio annienta le avversarie con il lancio della vittoria a 15,55 e canta: «Io sono ancora qua, eh già! È stato un passaggio a vuoto due anni fa ai Giochi paralimpici di Tokyo (dove ha vinto l’argento ndr). Il peso è la mia gara, ci tengo più del disco e si vede. Doveva andare così. Sono cinque ori e diventano sei, se contiamo la vittoria nel disco di Dubai».
LA STORIA
Un glaucoma agli occhi dalla nascita, vedeva con lenti dall’occhio destro, il sinistro già quasi buio. Da atleta normodotata doveva partecipare ad Atene 2004 (fresco record italiano a 18 metri e 95) ma non arrivò l’idoneità, avuta per Pechino 2008. Nel 2009 pian pianino gli occhi l’hanno cominciata ad abbandonare. Il buio totale nel 2010, un giorno mentre era in auto: «Per fortuna non guidavo io» ha sempre scherzato. Nel movimento paralimpico sono arrivate solo vittorie e lanci da record (17,32 metri nel peso stabilito a Padova il 6 luglio 2014), che può battere solo lei. Cinque titoli mondiali consecutivi, record del mondo che mai più sarà battuto, una sola medaglia d’argento in mezzo a tutte d’oro da Londra 2012, i Giochi che la fecero scoprire al mondo paralimpico, perché in quello olimpico era già stata fra le migliori del mondo della sua specialità. «Io non mi considero un idolo, meglio forse dire un punto di riferimento, ma io voglio essere solo uno stimolo per quelle giovani o per quelle che ci sono già. Io ancora riesco a fare bene quello che faccio, sono contenta di essere tornata a certe misure e fino a quando arrivo in pedana con le mie gambe, mi vedrete sempre qui». È tempo di dediche: «Lo dedico tutto a me. Volevo la manita e ci sono riuscita. Se sono qui, è perché io ho ancora voglia. Dico grazie al mio allenatore Minnetti, alla Federazione, a tutti i ragazzi che erano qui e a casa alla famiglia, agli amici».

G. Agata (Il Mattino)

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