Renzo Arbore, foggiano di nascita e napoletano di adozione: “Questo scudetto zittirà chiunque”

Le parole del famoso cantante che ha visto la città esultare anche nel 1987

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Un tifoso d’eccezione ha festeggiato la vittoria dello scudetto del Napoli: è Renzo Arbore, foggiano di nascita, ma ormai napoletano di adozione, che non azzarda paragoni con il suo Foggia, perché lo scudetto “è come se il Napoli lo avesse vinto, anzi, lo ha vinto. E basta! Sono tifoso del Foggia per ovvio diritto di nascita, ma 33 anni fa, non dimenticatelo, festeggiai alla grande quello di Maradona. E il primo amore non si scorda mai. Questo, più sobriamente, lo festeggio qui a casa, con Marisa Laurito. Non c’è Luciano, non ci sono più Gianni e Massimo, e neppure i vecchi compagni dell’università, ma la gioia è tanta lo stesso e io sono orgoglioso di questo successo. Questa festa, con un milione di persone in strada è il brindisi innalzato a un momento eccezionale della città. Italiani e stranieri hanno scoperto finalmente la sua bellezza e, forse, si sono accorti che è la più vivibile del mondo, perché la sua bellezza vince su tutto. Vogliamo parlare della cartolina? Molti l’hanno denigrata, perché colpevole di oleografia. Io l’ho sempre celebrata, perché è la cartolina più bella del mondo. Sui social, e non è un caso, vedo che migliaia di persone postano le foto scattate a Napoli, capitale della Campania felix. Vogliamo parlare delle eccellenze artistiche? La città più viva d’Italia. Nel teatro, nel cinema, nella tv. Devo ricordare il successo della serie “Mare fuori”, di Vincenzo Salemme? E Maurizio De Giovanni? Registi come Paolo Sorrentino. Pino Daniele, D’Alessio, D’Angelo… e La Capria, il mito della bella giornata, finalmente riscoperta, quella dell’unica città esposta totalmente a sud. Un ricordo dello scudetto dell’87? La mattina, poche ore prima dell’ultima partita, mi portarono a San Giovanni a Teduccio, a cantare “Ma la notte no!”. Letteralmente mi rapirono. Percorremmo in auto via Marina e mi ritrovai come per incanto in periferia, dove c’era una banda che mi aspettava. Poi, di nuovo in albergo. Alla partita non ti dico. La sera tutti al centro di produzione Rai. Là, sulle note di “Core napulitano”, un successo di Mario Abbate, cambiando le parole, io intonai “Chisto è o scudetto nuosto, napulitano”. E tutti i cantanti che erano là con noi fecero da coro. Ci collegammo con Maradona e Minà… serata indimenticabile. Potete trovare tutto sul mio canale web. Ho ripreso e salvato tutto, a beneficio dei posteri. Maradona? No, non l’ho conosciuto ma quando andai a Buenos Aires con l’Orchestra italiana, lui parlò molto bene di me alla radio. Dichiarò: “Lo conosco, andate a vedere il suo spettacolo, vi divertirete”. Fu molto caro. Questo scudetto è una laurea per la città più bella del mondo, che ha sdoganato anche le sue zone… chiamiamole difficili, i Quartieri spagnoli, la Sanità. La violenza mostrata da Gomorra? Mi sembra un po’ sopita, ma bisogna stare in guardia, per evitare che riprenda più vigore con le stese, gli agguati mafiosi. E spero anche che questo scudetto sia l’occasione giusta per indurre i napoletani a un maggior rispetto per la loro terra che, peraltro, amano tanto. Detrattori? Esistono? A me pare di no. Questo scudetto zittirà chiunque. Certo che seguo il calcio“. Infine, sul suo business miliardario preferisce non parlare.

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Fonte: Il Mattino 
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