Napoli-Eintracht Francoforte, scontri tifosi: la condanna dalla Germania e i media locali

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Alla fine quello che si temeva è successo. Guerra doveva essere, e guerra è stata: il centro storico dei Napoli devastato da un manipolo di 250-300 teppisti tedeschi, “tifosi” dell’Eintracht, ai quali era stata vietata la trasferta in Italia per la partita di ritorno degli ottavi di Champions League. A fine giornata interviene anche la ministra dell’Interno tedesca, Nancy Faeser: «Questa violenza va condannata nel modo più assoluto. I violenti e i teppisti distruggono lo sport».Wir gehen alle nach Neapel, um Krieg zu führen: «Tutti a Napoli a scatenare la guerra», questo il tenore dei messaggi veicolati nelle chat sui social dei facinorosi francofortesi, che in barba a ogni divieto sono sbarcati in Italia per poi concentrarsi ieri mattina a piazza del Gesù con un corteo non autorizzato, riuscendo a paralizzare mezza città. Drammatico il bilancio finale: una decina di agenti feriti, un’auto della Questura data alle fiamme, bar e ristoranti devastati (chi pagherà i danni?), sette autobus dell’Anm danneggiati con un autista ferito lievemente a un occhio da schegge di vetro. Ed ancora: almeno tre tedeschi feriti (nessuno in maniera grave). Tutto per una partita di pallone.Seicento tedeschi, ai quali si sono aggiunti almeno duecento supporter arrivati nel capoluogo campano da quella Bergamo che tifa Atalanta e che è gemellata con l’Eintracht. Di fronte a questi grandi numeri la Questura aveva messo in campo un dispositivo di sicurezza che contava almeno ottocento tra agenti e militari dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza. I responsabili avevano messo nel conto tutto, probabilmente anche la possibilità di scontri tra opposte tifoserie. E tutto è filato liscio, almeno per mezza giornata. Non si comprende bene tuttavia perché la stessa Questura abbia consentito ai tifosi tedeschi di organizzare alle dieci del mattino un mega-corteo mai autorizzato, che sfilando dal lungomare verso piazza Plebiscito, piazza Municipio fino a piazza del Gesù ha paralizzato la già moribonda mobilità cittadina.Si sentono i padroni della piazza, i tedeschi, interpretando probabilmente per lassismo quella “gentile concessione” a invadere le strade della terza città d’Italia. Tentano di impedire ad alcuni giornalisti e fotoreporter di fare il loro lavoro, documentandolo anche con video e immagini, ma tutto fila liscio almeno fino al primo pomeriggio. Offendono, provocano: «Napoli merda!» urlano sfacciatamente. E bevono: bevono tanta birra, in barba ai divieti di un’ordinanza emanata per prevenire ogni sorta di problemi.
Alle cinque della sera, quando mancano ancora quattr’ore al match del Maradona, fanno esplodere la loro rabbia. Ed è tutta un’altra scena: inizia così l’aggressione alle forze dell’ordine che hanno cinturato l’intero perimetro di piazza del Gesù per evitare contatti con gli ultrà napoletani. Si scatena così la guerriglia, e a guardare quelle immagini i tifosi dell’Eintracht assomigliano ai black-blocks, con i volti coperti, i cappucci neri calati sul viso. Tentano di sfondare il cordone di sicurezza, lanciano bottiglie, pietre, usano le basi di ferro degli ombrelloni dei dehors di calata Trinità Maggiore brandendole contro le divise, utilizzandole a mo’ di arieti.
Da quello stesso settore qualcuno lancia una bottiglia incendiaria, che centra in pieno un’auto della Polizia di Stato, che in pochi minuti va a fuoco. Le forze dell’ordine rispondono con i lacrimogeni, vengono azionati anche i potenti idranti dei blindati. Gli attaccanti sono costretti ad arretrare, ma nel frattempo la furia distruttrice dei teppisti è già riuscita a distruggere vetrate e tavolini di bar, enoteche e ristoranti. Scene di devastazioni inaccettabili.

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Sono i momenti più concitati e difficili anche per i responsabili dell’ordine pubblico. Alla fine scatta la controffensiva delle forze dell’ordine: agenti e militari del reparto Mobile e del Reggimento Campania stringono a tenaglia i violenti, e la strategia riesce a ottenere l’obiettivo: oltre duecentocinquanta teppisti vengono caricati su sette autobus messi a disposizione dall’Anm.
Sotto strettissima scorta quelli dell’Eintracht (e tra loro diverse decine di bergamaschi) vengono trasferiti sul lungomare, destinazione l’Hotel Royal-Continental. Una scelta determinata da due esigenze: quella di concentrare i responsabili degli scontri in un luogo chiuso e protetto; ma anche quella di poter iniziare a procedere con le identificazioni e il foto-segnalamento. Ci sono indagini da svolgere, vanno identificati i responsabili del pomeriggio di violenze al Gesù Nuovo.
Digos impegnata in prima linea, con la Polizia Scientifica: le luci degli uffici della Questura non si spegneranno per tutta la notte. Nelle prossime ore potrebbero scattare anche gli arresti in flagranza differita.Altra storia è quella di un gruppo di tedeschi che, sganciatosi dal corteo di ieri mattina, per motivi ancora non chiari si è ritrovato a ridosso tra i Quartieri Spagnoli e piazza Carità venendo intercettati da una cinquantina di ultrà azzurri. Ne è scaturita una rissa, al termine della quale sono rimasti feriti tre supporters dell’Eintracht. C’è voluto tutto l’impegno delle forze dell’ordine per evitare che episodi simili si ripetessero. Anche gli ultrà napoletani di alcune sigle delle Curve A e B si erano mobilitati alla “caccia” ai tedeschi. Le avvisaglie si erano registrate già martedì sera in piazza Bellini, dove un gruppo di tifosi ha lanciato bottiglie di vetro contro un bar. Sempre nella nottata, lungo il tragitto tra la stazione e il lungomare, dove si trova uno degli alberghi che li ha ospitati, uno dei bus dei tifosi tedeschi è stato fatto oggetto del lancio di petardi.
Il momento più critico, tornando a ieri, si è registrato quando oltre cento ultrà azzurri, quasi tutti con il volto coperto e con i caschi, sono scesi da via San Sebastiano e da alcuni vicoli adiacenti raccogliendo lungo il percorso pietre e bottiglie. Solo il robusto cordone delle forze dell’ordine ha evitato che il dramma si trasformasse in tragedia. In quei momenti di altissima tensione un agente della Polizia di Stato ha perso la pistola, sganciatasi dalla fondina. L’arma è stata recuperata subito. Fonte: Mattino.it

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