Spalletti: “Non ci riteniamo inferiori a nessuno, ecco come andrà affrontata la Roma”

Le parole del mister azzurro su Il Mattino

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L’edizione odierna de Il Mattino analizza la sfida tra Spalletti e Mourinho in vista di Napoli-Roma.

 

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Di seguito l’estratto:

 

È una creatura perfetta, questo Napoli. E la sfida alla Roma di Mourinho è come una missione sacra. «Non vorrei che per vedere il panorama ci distraessimo, cadessimo e ci rompessimo una clavicola oppure un’anca». Il panorama è quel triangolino verde, bianco e rosso che spunta all’orizzonte, meraviglioso. E il minaccioso burrone ha la sagoma dello Special One che sa come infliggere infiniti dolori ai suoi avversari. Anche dal basso della sua classifica. Perché 13 punti sono un abisso, un vuoto incolmabile che non consente di definire la gara di questa sera una sfida per lo scudetto. «Ma loro fanno parte di quel condominio che può vincere il campionato, è sempre uno scontro diretto», dice Spalletti fingendo davvero di crederci. La Roma è anche un romanzo di vita. «Totti? Se lui ha piacere di tornare a parlare con me, allora anche io sarò contento di parlare con lui».
Tradotto, ha il mio numero (quello nuovo anche) se vuole chiami pure. Ma lo faccia per primo l’ex Pupone, se ne ha voglia. Spalletti è sereno, ovvio alla maniera di Lucianone.

Non è scosso dal nervosismo della solennità, dal dovere di vincere che il divario scavato nel girone di andata impone. Spalletti, che sfida sarà con Mourinho? «Devo dire che sono offeso con lui, poteva invitarmi al suo compleanno (è ironico, ndr). Lui è uno di quelli che alza il livello del calcio nella sua globalità».
C’è una quota scudetto da raggiungere? «In matematica non sono mai stato bravo da piccolo. So solo sommare i tre punti in palio questa sera con i 50 punti che ho adesso in classifica. È l’unico calcolo che so fare».

È tornato in bicicletta dopo l’incidente di settembre. Il ciclista Napoli è in fuga, quali errori deve evitare?
«Non si deve sedere su pedali, deve stare sempre in piedi a spingere, come si fa in salita. Bisogna pedalare a testa bassa, fino in fondo al traguardo. Senza girarsi indietro a vedere quello che fanno gli inseguitori. E a quelli che giocano poco, il minutaggio lo garantisco con gli allenamenti in settimana». Cosa fa un allenatore che guida una squadra che ha un simile vantaggio in classifica? «lo amo i miei giocatori, tutti e a prescindere. lo non devo fare o dire nulla di particolare. È doveroso avvertire i miei di fare sempre e solo un passo alla volta e di evitare di guardare troppo distante da quella che è la realtà attuale».

Teme qualche calo?

«Magari se qualcuno dovesse arrivare non al top alla gara di questa sera, smetterà di cullarsi quando si troverà a guardare in faccia Mourinho e la sua squadra di top player. Questa è una Roma che se non affronti al massimo, ti fa fare una figuraccia».
Che Roma si aspetta? «Una Roma che ha tanti calciatori bravi e che ha un allenatore pratico e concreto che riesce a far capire sempre quali sono i comportamenti da avere dentro la partita. I giallorossi fanno correre il pallone ma corrono pure dietro al pallone. Bisogna tenere l’equilibrio, stare sempre in ordine e perdere meno palle possibili sulla trequarti».
Perché? «Li avete visti i due gol allo Spezia? Questo sanno fare bene: recuperano palla e ripartono e con due passaggi in verticale stanno in porta. Sono addestrati meravigliosamente a fare questa cosa».

La Roma è uno dei romanzi della sua vita. Totti dice di volerle riparlare. Lei? «Se lui vuole, anche per me sarebbe un gran piacere tornare a parlare con lui». Ci pensa a questa estate quando era la Roma favorita rispetto al Napoli?
«Non ci siamo mai ritenuti inferiori a nessuno, abbiamo iniziato a lavorare parlando di una squadra che doveva migliorare la posizione dell’anno prima. La società è stata la prima a indicare il percorso da fare per soddisfare la passione dei tifosi. E ora siamo nel bel mezzo di questo viaggio».

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