CALCIO FEMMINILE – E. Orlandi (port. Accademia Spal), la numero 1 più esperta in Italia

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Si sa… Più il vino invecchia e più migliora, un po’ come i portieri nel calcio: Buffon, Van de Sar, Cech… Un po’, senza scomodare paragoni importanti, come Eleonora Orlandi. Classe 1967, ferrarese doc e tifosa spallina, tanti salvataggi al cardiopalma e innumerevoli rigori parati in carriera. All’Accademia SPAL da quattro stagioni, vanta un record incredibile: con 55 anni è la portiera più esperta d’Italia, in questa stagione già due presenze ufficiali. Curiosi di essere travolti dalla sua passione ed energia, la nostra testata l’ha voluta intervistare, per un botta e risposta proprio da numero uno.

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Eleonora Orlandi, la più esperta di Italia. Raccontaci brevemente la tua carriera. “Ho giocato dall’Eccellenza alla Serie B, ho maturato molta esperienza e di questo ne sono felice. Soprattutto se pensiamo ai miei cinquantacinque anni, credo di essermi divertita: dal Guarda Ferrarese alla Football Women, dal Vigarano Mainarda al Castello d’Argile, fino alla New Team Ferrara in Serie B per arrivare adesso alla A. SPAL. Una carriera che mi è passata velocissima, vissuta intensamente e con gran felicità”.
La compagna di squadra più talentuosa e l’avversaria più forte incontrate. “La calciatrice con più qualità avuta come compagna è senza dubbio un simbolo del nostro calcio come Eleonora Goldoni, ex Inter e Napoli ed ora al Sassuolo. Lei a Ferrara era impressionante, sia quando si allenava e sia quando la domenica si presentava di petto alle altre formazioni. L’avversaria, invece, direi Gloria Marinelli: ora in nerazzurro, ma con il Perugia era micidiale sotto porta. Saltava donna e calciava, imprimendo forza alla sfera e piazzandola con naturalezza”.
Cosa vuol dire essere di un calcio che fu? “Valori, dedizione, grande applicazione per migliorare se stessi e per migliorare se stessi nel collettivo. A volte si continua a vedere tutto ciò, a volte no”. 
Come hai visto evolvere il movimento femminile da quando hai iniziato a oggi? “Dai primi calci ad oggi il movimento si è evoluto: i club professionistici, con investimenti e loro strutture, hanno cambiato il volto del nostro calcio e regalato il sogno di diventare professioniste e grandi calciatrici a migliaia di bambine. Ai tempi non era così. Si faceva fatica ad andare avanti con i budget che avevamo”.
Cos’è per te la SPAL? “È stata, è e sarà sempre un sogno. SPAL è Ferrara, giocare per la SPAL è giocare per la mia città”.
Cosa ti ha spinto a proseguire anche questa stagione con il calcio giocato? “Amo troppo questo sport e finché riuscirò ad entrare in campo e parare mi vedrete lì. Quando dovrò smettere, spererò di trovare la mansione che più mi si confà per rimanere in questo mondo”.
Manda un messaggio alle numero uno di un domani. “Siate umili, allenatevi e credete in voi stesse. Anche se ciò che vivete o fate vi sembra duro ed arduo, andate avanti e puntate a ciò che tante non riescono o mollano prima”. 
La Redazione
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