A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Inter-Napoli

Approfondimento su Inter-Napoli

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Inter e Napoli sono scese in campo dopo due lunghissimi mesi di sosta “forzata” dovuta allo svolgimento dei Mondiali in Qatar.

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Si è giocata ieri sera alle 20:45 allo stadio “Meazza” di Milano la sfida tra Inter Napoli valida per la 16° giornata del campionato di serie A. Era una sorta di ultima chiamata scudetto per i nerazzurri di Simone Inzaghi, attardati di ben undici punti dai partenopei di Luciano Spalletti che invece si sono presentati a questa sfida dopo undici vittorie consecutive. Alla fine a portare i tre punti a casa sono i padroni di casa col punteggio di 1-0 grazie a un preciso colpo di testa di Dzeko al 56°.

Ecco, di seguito, i principali spunti del match:

  • L’undici iniziale: mettendomi nei panni (stasera un pochino scomodi) di Luciano Spalletti, personalmente Inter-Napoli l’avrei giocata esattamente con la stessa formazione di partenza. Giusto Olivera al posto di Mario Rui per la maggiore fisicità, giusto Anguissa per Ndombele per meriti acquisiti sul campo e soprattutto giusto Rrhamani subito in campo perchè l’avversario era forte e serviva uno in grado di impostare il gioco, veloce e allo stesso tempo bravo di testa. Se vogliamo proprio criticare il buon “Lucio” (ma non è affatto un obbligo dopo 11 vittorie consecutive) potremmo farlo per i cambi apparsi tardivi e un pochino casuali…

 

  • La giocata mai capita: la rete che ha permesso all’Inter di vincere (meritatamente) la sfida è frutto di una giocata ripetuta almeno quattro cinque volte nel corso del match. Palla avanti palla dietro nella zona centrale del campo e lancio lungo ad allargare sulle due corsie (soprattutto a sinistra) mettendo in difficoltà e in inferiorità numerica i terzini partenopei. Nell’occasione del gol infatti è stato lasciato isolato Di Lorenzo innescando alla perfezione Di Marco, bravissimo in corsa a pennellare una palla deliziosa sulla testa di Dzeko. Ecco per novanta minuti non si è mai riusciti a trovare una soluzione a questa mossa, anche perchè Anguissa è apparso davvero in debito d’ossigeno sin dalla mezz’ora del primo tempo.

 

  • La cattiveria: sarà stato lo spirito natalizio o forse il timore per molti di giocare per la prima volta alla “Scala” del calcio, ma il Napoli contro l’Inter è apparso davvero assente soprattutto dal punto di vista agonistico. Altre volte era capitato di andare in svantaggio nel corso della stagione, ma poi era prevalsa la voglia di ribaltarla con una cattiveria e un furore agonistico che raramente si erano visti nella storia del club. Invece ieri, dopo la rete nerazzurra e con più di trenta minuti ancora da giocare, nessuno dei calciatori è riuscito a dare un cambio di marcia decisivo e a prendere per mano la squadra, così la sconfitta è apparsa netta soprattutto per la minore voglia di vincerla rispetto agli avversari.

 

  • Il piano B: proviamo ora ad analizzare la sconfitta in modo costruttivo senza drammatizzare (ma di questo ne parleremo dopo). Certamente le gambe e forse la testa non giravano al massimo e guai se fosse così con ancora ventitre giornate di campionato da giocare. L’Inter resta una squadra con una rosa importante, costosa e comunque in crescita già da diverse giornate. Fatte queste doverose premesse è evidente che ieri anche l’allenatore non è riuscito a porre alcun rimedio e anzi sembrava sparare le sue cartucce dalla panchina un pò “a salve“. In quella situazione non era difficile immaginare che l’ingresso di Raspadori per Zielinski avrebbe provocato ancora più difficoltà nella zona centrale del campo perchè erano lasciati Lobotka Anguissa (non al meglio) da soli contro tre avversari tecnici. Anche l’ingresso di Simeone negli ultimissimi minuti avrebbe avuto ancora più senso se ci fosse stato qualcuno in grado di sfruttare a pieno le sue qualità. Sarebbe potuto uscire Olivera lasciando dietro una difesa a tre di “mazzarriana memoria” con Di Lorenzo in versione Campagnaro? Non lo so. Troppo facile dirlo dal divano di casa, però resta un pochino l’amaro in bocca perchè è come se il tecnico non avesse mai studiato davvero come far convivere Osimhen Simeone nei forcing finali.

 

  • La maturità: a tutti i disfattisti che ora si lasciano prendere dallo sconforto voglio dare una buona notizia, ovvero che il Napoli è primo con cinque punti di vantaggio sulla seconda e ha praticamente tutti gli scontri diretti da giocare in casa. Battute a parte, non sminuiamo affatto i segnali che arrivano da questa sconfitta ma allo stesso tempo l’intero ambiente deve dimostrare una maturità diversa rispetto al passato. Non faremo vittimismo sull’arbitraggio permissivo ma che non ha inciso sul risultato del signor Sozza della sezione di Milano (coadiuvato dal suo secondo Nicolò Barella che dopo una decina di falli commessi e quattro cinque proteste plateali addirittura all’83° è stato ammonito “honoris causa“), nè ci presteremo adesso ai giochini mediatici distruttivi per i tre punti lasciati meritamente all’Inter. Serve riprendere la marcia e trovare la giusta lucidità, ignorando anche coloro che da “addetti ai lavori locali” cominceranno a raccontare sciocchezze solo per guadagnarsi prime pagine di giornali e di siti sportivi. Domenica c’è la gara Sampdoria-Napoli e personalmente sono sicuro che vedremo in campo una squadra totalmente diversa. E soprattutto consiglio ai tifosi di non lasciare ingannare da chi vuole mettere pressione, perchè nella storia del calcio nessuna squadra mai ha vinto lo scudetto a gennaio…

Articolo a cura di Marco Lepore

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