Bucciantini, Sky: “Campioni di questi Mondiali? Magari non sono più Messi e Ronaldo”

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Marco Bucciantini, giornalista di Sky, ha parlato ai microfoni di Un Calcio Alla Radio, sulle frequenze di Radio Napoli Centrale.  “La stupidità della censura nel 2022 dove qualsiasi cosa succede fa il giro del mondo. La protesta più clamorosa resta quella dell’Iran, perché fanno qualcosa di davvero forte per quello che può succedere di conseguenza. Oggi la censura non ha valore politico, ma ridicolo, non ha effetto, serve per dilatare l’effetto di una protesta. Chi censura sa che diventa solo un modo per parlarne di più. Il relativismo spinto delle parole di Infantino con cui ha dovuto e voluto parlare di questi Mondiali hanno convinto ancor di più che la protesta fosse utile. Il messaggio sportivo è importante, perché si fanno eventi sportivi in Sud Africa? Perché si fanno le Olimpiadi a Pechino? Ci sono sempre soldi, ma perché tendenzialmente si vuole trovare un cuneo, tuffare un mondo chiuso in un mondo aperto. C’è da precisare che certi diritti non sono occidentali, ma universali e dettati dall’ONU, quindi li ricevi, li ascolti e li accetti, se li nascondi vuol dire che li violi e allora li combatti. Se hai paura che il Mondiale si trasformi in un Mondiale occidentale, vuol dire che non eri pronto ad ospitarlo. Un altro aspetto curioso di questo Mondiale è che sono convinto che se si fosse giocato a giugno, i napoletani avrebbero imprecato per i loro giocatori che perdono, adesso tutti sono contenti perché li rivogliono il prima possibile. Quanti campioni che non hanno potuto giocare per poter ricondizionare i muscoli e si sono trovati con una contrattura alla vigilia senza poterlo giocare, questo Mondiale aveva un piccolo spazio perché diventasse un’opportunità ed era tutto politico, ma continua ad essere tutto negato, per il resto è una piccola stortura sportiva. Chi vince il Mondiale? Tifo per la Spagna, credo nel Brasile e a sorpresa la Danimarca. Campioni di questi Mondiali? Magari non sono più Messi e Ronaldo, ma Mbappè con il calcio francese che sta vivendo un momento florido. La Spagna aveva due centrocampisti nati dopo il 2000, Pedri e Gavi che magari non vengono chiamati campioni, ma che possono esserlo. L’agonismo cresce in tutte le parti del mondo, ma i campioni non possono camminare in campo, a quel punto diventa una statua. Calcio italiano? Il messaggio di Mancini è giusto, ha dato importanza ai giovani e alla tecnica, mettendo al centro i valori dello sport. Tuttavia, serve un gran passo da parte dei dirigenti.”

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