Il cambiamento è un atto di coraggio. Il Napoli valuterà molti giovani nei due ritiri

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C’è fermento sul fronte arrivi, dato che tra un mese la squadra sarà in piena attività nella Val di Sole e i cantieri aperti non piacciono agli allenatori. Ringiovanire il Napoli, rinnovarlo in alcuni settori, non deve in alcun modo abbassarne il livello tecnico. È la legittima aspirazione della tifoseria, è la giusta richiesta che Spalletti ha fatto a De Laurentiis, che peraltro ha fissato un obiettivo: «La squadra continuerà a lottare per lo scudetto». Sarebbe molto difficile, però, se si perdesse un difensore della statura di Koulibaly, l’unico vero leader per cui si batterà il tecnico affinché possa proseguire nel rapporto col Napoli. È improbabile che sul tavolo arrivino 40 milioni a un anno dalla scadenza del contratto di Kalidou, destinato dunque a rimanere sicuramente fino al 2023, per aiutare il Napoli a conservare la posizione al vertice e per sostenere giovani come Kvaratskhelia, ma anche Gaetano e Zerbin, ragazzi del vivaio che dopo le esperienze nelle nazionali si metteranno a disposizione di Spalletti, con la voglia di conquistare spazio.

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Proprio il rinnovamento dell’Italia, avviato dal commissario tecnico Mancini dopo il fallimento mondiale e la disastrosa Finalissima con l’Argentina a Wembley, dimostra che il cambiamento è un atto di coraggio. E non deve fare paura, soprattutto se là dietro ci saranno ancora i muscoli e le spalle larghe di Koulibaly, che una vera e propria trattativa non l’ha ancora aperta con De Laurentiis e ha promesso che comunque mai andrebbe alla Juventus. F. De Luca (Il Mattino)

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