Ancelotti, Gattuso, Spalletti: a Napoli aleggia sempre l’ombra di Sarri

Cosa accomuna i successivi tre allenatori dell'era Sarri? Il Corriere del Mezzogiorno ha provato a dare una risposta

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Il pareggio contro la Roma ha allontanato il sogno scudetto e sono arrivate le prime critiche al Napoli e il suo allenatore, fallendo l’ennesima prova del nove (ancora una volta in casa): perché, ogni volta che la squadra si accosta allo scudetto, non riesce mai a rispettare le aspettative? Il Corriere del Mezzogiorno ha provato a dare una risposta. Tutto parte dalla fine della stagione dei famosi 91 punti, l’ultima di Sarri in cui si arrivò a un passo, per davvero, dallo scudetto. Quella squadra era un gruppo collaudato, con una chiara idea di gioco fatta di fraseggio e rapide triangolazioni, costruita con giocatori perfetti per gli schemi di gioco dell’allenatore (almeno negli 11 titolari e quelle 2-3 riserve necessarie al tecnico toscano). Dal suo addio il Napoli si è ritrovato in un limbo: nessuno dei tre allenatori successivi (Ancelotti, Gattuso e, almeno per ora, Spalletti) è riuscito a dare una nuova identità a una squadra che, più che costruita per rispecchiare le idee di un allenatore, sembra un amalgama di giocatori dalle caratteristiche diverse ma spesso poco funzionali. Spalletti ha cercato di ricostruire un’identità di gioco, riuscendoci in parte nelle prime giornate e, poi, sempre più a sprazzi nel seguito della stagione: possesso palla e verticalizzazione su Osimhen. Il problema? Alla lunga, diventa fin troppo prevedibile. Gli addii annunciati a fine stagione e le possibili cessione devono essere la base per ricostruire una squadra in grado di rispecchiare l’idea di gioco del proprio allenatore.

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Fonte: TUTTOmercatoWEB.com

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