Spalletti: “Per vincere bisogna reggere certe pressioni. Il nostro era rigorissimo”

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Ora non bisogna rovinare ogni cosa. Non era uno scontro decisivo in caso di vittoria, non deve esserlo adesso, dopo questa batosta che fa male ma che va dimenticata in fretta. Si può ancora diventare eroi ma certo non giocando come con il Milan. Spalletti resta a lungo nello spogliatoio per cercare di rincuorare la sua squadra che esce a pezzi ma non ridimensionata dopo questa caduta. Ma in realtà, serve qualcuno che dia coraggio a lui. Perché è deluso. Molto deluso. Lo sciamano sa che è stata una brutta notte. E non vuole perdere tempo: oggi tutti a Castel Volturno. Subito. Tante cose che aveva pensato e su cui aveva lavorato sono saltate. E la cosa non gli va giù. Infatti, le sue parole suonano come pietre per qualche azzurro. Non sarà una ripresa semplice. Con quella frase assai sibillina:

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«Se non reggi le pressioni devi spostarti più in là».

Il sogno è ancora lì, in ogni caso, anche se magari dopo questa notte sembra un miraggio. L’obiettivo resta il ritorno in Champions. De Laurentiis rompe il silenzio che abbatte il gruppo, è il momento di scuotere la squadra: entra nello stanzone e prova a incitare tutti, spiega che non bisogna mollare adesso e che non hanno senso questi musi lunghi. Nulla è ancora perduto, anzi lo scudetto è ancora una missione possibile.


Spalletti, cosa è mancato?
«Quasi niente, loro hanno vinto e noi perso… Abbiamo iniziato bene la partita, abbiamo avuto il sopravvento in certe situazioni in cui abbiamo costruito bene: poi dopo il 30′ abbiamo sbagliato qualcosa e siamo stati pochi incisivi nell’andare a creare pericoli alla difesa del Milan. Poi abbiamo iniziato a sbagliare troppo, abbiamo preso gol giocando sotto livello e non siamo più riuscita a sistemare poi la partita come avremmo voluto».
Troppa fatica nel palleggio contro il Milan?
«Dopo la prima mezz’ora è andata così. Poi forse dovevamo creare apprensioni nella fase offensiva ma nel palleggio non siamo mancati, tranne nella parte della fine del primo tempo e dell’inizio della ripresa. Un po’ d’ordine l’abbiamo preso ma in area di rigore abbiamo avuto palle da imbucare, senza trovare l’uomo davanti alla porta».
Deluso?
«Dovevamo mantenere il nostro livello di calcio per evitare di andare a rincorrere la palla. Ci è mancato il talento che abbiamo, alcuni giocatori che ce l’hanno sono tornati da poco tempo, come Lozano, Fabian che ha ancora un po’ di pubalgia e Anguissa».
Avere uno stadio così pieno crea disagi?
«Non lo so. Se uno gioca per la testa della classifica la tensione sale e basta. Fa parte dell’essere calciatori vivere questi momenti, se uno non sa reggere alle pressini diventa quasi impossibile vincere. Ma la squadra ha qualità. Poi ci sono anime fatte in un modo e altre anime fatte in modo diverse. Se sei a Napoli, è questo il livello del calcio. Se non le reggi, devi spostarti e andare un po’ più in là… Il mio comportamento? Non cambia mai. Oggi sono all’allenamento e sono più determinato di sempre».
Un po’ deluso lo è?
«Sono dispiaciuto per non aver dato una vittoria ai nostri tifosi. Motivo che mi rende doppiamente tifoso. È stata una serata in cui certe cose potevano essere fatte meglio. Il gol in mischia può essere non preso ma era il momento in cui stavamo facendo meno bene rispetto al resto della partita».
Che gara è stata?
«In certi momenti siamo stati leggeri sia come peso che come atteggiamento. Abbiamo fatto fatica a fare le cose giuste come comportamento. Se non portiamo la partita nell’ambito delle nostre caratteristiche andiamo in difficoltà. Il punto è che non siamo stati cattivi nelle situazioni che abbiamo preparato: non abbiamo dato seguito alla preparazione ai tanti attacchi alla linea difensiva che avevamo preparato».
Teme contraccolpi adesso dopo questa sconfitta?
«I risultati ti portano a parlare di più obiettivi: sei nella via di mezzo, puoi discutere di scudetto e zona Champions. Sul punto di vista mentale correre con il vento in faccia si fa fatica, molto di più. Ma questo è il ruolo, nella testa dei calciatori conta la capacità di saperti riorganizzare. E non ci sono alternative. Da oggi si rifà le cose in allenamento correttamente come sempre».
È la quarta sconfitta al Maradona. Troppe?
«È un caso, solo un caso».
I due episodi del primo tempo li ha rivisti?
«Certo che li ho rivisti. Il primo, quello del Milan, non è rigore. Il nostro invece è un rigorissimo perché lo colpisce nelle gambe. Il bello è che noi non si fa casino e loro invece sì… sono stati un sacco di tempo a protestare. Ma quello su Osimhen è un rigore nettissimo».
Come si riparte?
«Dobbiamo ricordare la prima mezz’ora in cui abbiamo fatto molto bene, non siamo stati cattivi nelle situazioni che avevamo preparato. E di cose che avevamo preparato ce ne sono state tante. Non abbiamo dato seguito ad alcune azioni nella parte finale delle giocate».

P. Taormina (Il Mattin

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