A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Napoli-H. Verona

Approfondimento su Napoli-H. Verona

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Napoli- H. Verona: finito questo ennesimo tour de force, il campionato si ferma nuovamente perchè venerdì prossimo si giocherà Italia-Svizzera.

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Ieri pomeriggio alle ore 18 allo stadio “Diego Armando Maradona” si è giocata la gara Napoli- H. Verona, valida per la dodicesima giornata del campionato di serie A. Alla fine la sfida è terminata con lo stesso punteggio dell’ultima giornata che all’epoca costò a mister Gattuso la qualificazione in Champions.

Ecco i principali spunti del match:

  • L’inutile record: lo ripeto e ribadisco, come nel caso delle sette vittorie consecutive, i record usurano e generano ansia in chi prova a batterli ad ogni costo. Quattrocentotrentacinque minuti di imbattibilità per Ospina sono sufficienti, l’importante è essere continui nel corso della stagione e cercare di mettere delle toppe a quegli errori che talvolta possono costare punti sanguinosi.

 

  • Il puntuale timore: di fronte c’erano la squadra che ha fatto più gol nei primi quindici minuti (H. Verona) e una di quelle che parte sempre lentamente nei primi minuti per poi carburare nel finale (Napoli). E gli azzurri hanno dato la sensazione di giocare il match a far passare proprio il primo quarto d’ora indenne, venendo puntualmente puniti da un Simeone in versione Lewandowski in questo periodo. Bravi i ragazzi di Spalletti a reagire subito e trovare il pari dopo meno di cinque minuti, ma tutto questo non è bastato per portare a casa i tre punti e se vogliamo trovare un difetto a questa squadra è provo su quei “maledetti” minuti iniziali. Perchè le partite durano novanta minuti…

 

  • L’inadeguato tanto rimpianto: si dice che ognuno abbia diritto al proprio quarto d’ora di notorietà e ieri per Juan Jesus è arrivata prima la citazione di Josè Mourinho (che lo avrebbe tanto voluto nella rosa giallorossa) e poi una buona prestazione per novanta minuti in campo. E’ vero il brasiliano probabilmente si era presentato lo scorso luglio in condizioni fisiche non ottimali (a essere buoni per non dire indecenti), ma nel momento della sua chiamata in causa (Legia Varsavia Verona) si è fatto trovare pronto riuscendo a ricoprire anche due ruoli.

 

  • I pluridecorati: c’è un campionato che il Napoli  vince “a mani basse” da ormani almeno tre stagioni ed è quello dei legni colpiti. E’ incredibile come questa squadra nelle partite tignose raramente riesca ad aggrapparsi alla buona sorte e invece colpisca pali su pali a far aumentare le recriminazioni, era successo a Roma nel primo pareggio stagionale ed è successo due volte ieri pomeriggio. Dà molta rabbia tutto questo, mentre ad esempio il Milan batte ogni record di autogol a favore, ma il bello o il brutto del calcio è anche questo e bisogna saperlo accettare. Ad ogni modo per non sentirsi degli “sfigati” (usando un’espressione tanto cara a Spalletti), ricordo a tutti che la troppa fortuna aiuta per cinque, sette, forse dieci gare poi il destino qualcosa si riprende, per cui non bisogna abbattersi ma continuare a lavorare in silenzio e con entusiasmo.

 

  • Gli eccessi: Napoli è così, una piazza che ti travolge per amore e passione respirando calcio sette giorni su sette e che ha voglia di sognare dopo due stagioni in cui la squadra è andata ben al di sotto della sua reale forza. Lo abbiamo detto in tempi non sospetti, il tifo e l’ambiente deve dimostrarsi maturi e all’altezza della situazione. Qualcuno forse si aspettava di fare 114 punti (38×3)? Non è peccato pareggiare contro un avversario che in questo momento sta giocando alla grandissima ed è in forte fiducia, come dimostrano i recenti successi contro Lazio, Roma e Juventus. Vanno analizzate semmai, ma con serenità, le cose che non vanno e lavorarci sin da subito, ad esempio ieri Insigne era intorno al 70′ in modalità “chiagnazzaro” e forse Lucio avrebbe potuto sostituirlo prima dando maggior minutaggio ad Ounas.

Articolo a cura di Marco Lepore

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