Bagni: “Koulibaly è un simbolo come Diego”

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Ne ha visti e ne ha giocati tanti di Napoli-Milan alla fine degli anni 80 anche Salvatore Bagni che infatti rievoca quelle sfide con un bel po’ di emozione, ricordando le gioie, ma anche le cocenti delusioni.
Quindi se le diciamo Napoli-Milan?
«Va bene tutto, basta che non si parli del primo maggio del 1988».
Lo dice con il sorriso, come se oramai quella fosse acqua passata...
«Ma certo, perché noi abbiamo un ricordo meraviglioso di quel periodo e di quelle sfide per me davvero speciali».
Come mai?
«Beh, fino a 16 anni ero tifoso del Milan, poi quando ho iniziato a giocare e sono andato avanti».
E allora veniamo subito ai ricordi belli.
«Al primo posto il 2-1 nel campionato 86-87, quello del primo scudetto. Ricordo ancora il gran gol di Diego su passaggio di Giordano. Una prodezza unica, anzi due: sia l’assist che il gol».
Mentre il primo maggio dell’anno dopo?
«Fu un pomeriggio davvero doloroso. Avevamo dominato il campionato, ma lo perdemmo per gli scontri diretti. Il gioco di Sacchi ti dava fastidio e infatti all’andata ci surclassarono: 4-1 e ci andò anche bene. Al ritorno, al San Paolo, provammo a dare tutto, ma eravamo a fine campionato e senza benzina. Vinsero 3-2».
Napoli-Milan era anche la sfida tra due mentalità di gioco diverse.
«Sacchi diceva che noi eravamo solo dipendenti da Diego, ma non era vero. Avevamo un gioco diverso dal suo, certo, ma eravamo squadra a modo nostro. Alternavamo il gioco palla a terra con la difesa e contropiede. Eravamo una squadra ben assortita».
E poi rappresentavate il riscatto per il sud contro il nord…
«In quegli anni il Napoli è stato l’orgoglio del sud. D’altra parte Maradona non avrebbe potuto vivere in una piazza diversa da Napoli».
Perché?
«Come tipo di vita e modo di pensare è stata la città ideale per Diego. Libertà di essere se stessi, non aveva problemi, poteva vivere a modo suo e ha fatto grande Napoli. Diego univa tutti grazie alla bellezza del gioco del calcio».
Oggi secondo lei chi sono i simboli di Napoli e Milan?
«Nel Napoli il giocatore più decisivo è Osimhen, ma il simbolo è sicuramente Koulibaly. E non solo per quello che fa in campo, ma per il comportamento che ha nei confronti della città e dei compagni».
E nel Milan?
«Direi Pioli: è credibile, si fa voler bene da tutti e sa creare gruppo. E poi come Sacchi nella nostra era, ha rischiato di essere esonerato. Poi è rimasto e adesso sta facendo un lavoro eccezionale».

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B. Majorano (Il Mattino)

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