Un italiano, un messicano, un algerino. Li chiamano gli «spaccapartite»

Et voilà, les jeux sont faits. I tre cambi che spesso fanno la differenza

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Un’occhiata di qua, una di là, et voilà, les jeux sont faits, come dicono a Napoli, che avendo da attingere da panchina multietnica possono esprimersi come gli pare: ci stanno un italiano, un messicano e un algerino, cresciuto in Francia, che orientano il tempo d’una serata, anzi lo scandiscono, e se le cose vanno male, basta uno sguardo a Spalletti per intervenire. Li chiamano gli «spaccapartite»: sono uomini che sanno (immediatamente cosa devono fare, ovviamente come devono farlo, possibilmente rapidamente. Il più veloce di tutti, va detto, è stato Andrea Petagna: a Marassi è entrato al 37′ della ripresa, dopo centonove secondi già stava correndo verso la propria folla, per abbracciarla simbolicamente. Ma il procedimento tattico è più ampio, richiede istinto e padronanza (anche) tattica, per dare la cosiddetta scossa. 

Factory della Comunicazione

Fonte: A. Giordano (CdS)

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