Spalletti difende il greco: «Manolas? Di una gara  si prende tutto, le cose positive e negative. K2 grande uomo»  

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Visto da lassù, questo calcio che per due anni Luciano Spalletti ha osservato dal divano di casa deve sembrargli anche bellissimo: la Juventus è a otto punti, ma dopo tre giornate non vale la pena di lasciarsi andare, però è il resto che lascia un retrogusto dolcissimo in una notte piena di Napoli. La terza vittoria ha tracce di personalità che si erano intraviste con il Venezia (in inferiorità dal 22′), che erano state confermate a Marassi (reazione sul pareggio del Genoa) e che il trionfo sulla Vecchia Signora amplificano, perché dentro un’ora e mezza c’è la consistenza caratteriale di chi riesce a rimontare, assorbendo un football moderno ed emozionante. 

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È stata dura, Spalletti, ma è divenuta esemplare: come reagire ad un errore grossolano e, chiaramente, pregiudizievole. «Nell’intervallo qualcosa abbiamo cambiato e qualche sbocco in più lo abbiamo trovato. Siamo stati bravi a mettere pressione alla Juventus, ciò ci ha consentito di segnare».

Manolas ha messo al Napoli l’ansia addosso. «Di una partita si prende tutto, le cose belle e quelle meno piacevoli. Manolas è tra quelli che deve migliorare ma certi episodi rappresentano la storia di una gara. Kostas ha detto che siamo fortissimi, ma le convinzioni vanno messo in pratica. Anche io ho belle ambizioni e vorrei vincere la Coppa dei Campioni. Ma non ci gioco e quindi devo prima arrivarci».

Voleva incatenarsi se avessero venduto Koulibaly. «Perché lui è una roba da toccare e vedere da vicino. Ti dà sempre quei 2-3 punti in più degli altri. Se uno mette 15, Kalidou arriva a 18. Siamo al cospetto di un grande uomo. Ha la forza di un vero comandante, per spessore tecnico e caratteriale».

La squadra le ha lanciato messaggi chiari. «Vuole giocare. I ragazzi hanno capito che bisognava fare qualcosa in più e l’hanno fatto. La Juventus, sulla trequarti, ha fatto un buon pressing, ha abbassato un attaccante, ci ha dato noia e ci ha tolto gli spazi per i passaggi. Mi hanno dato un po’ fastidio gli errori commessi, possiamo migliorare».

Però se ne va con un giudizio positivo. «Non è stata una vittoria nettissima, ma meritata. Ora bisogna mettersi lì e cominciare ad arricchire la costruzione dal basso. Ma so bene che molti calciatori sono arrivati in ritardo, che hanno viaggiato ed erano stanchi, che non è stato possibile allenarsi. Ma non siamo per gli alibi, noi. Possiamo fare dei passi in avanti importanti».

Dal campo, un indizio: Anguissa ha un senso, eccome. «È un calciatore fondamentale che ci completa e ci offre qualità che non avevamo. Ora sono io che devo incidere. Ho trovato un buon lavoro, quello lasciatomi da Gattuso, e abbiamo ripreso il discorso iniziato da lui».

Siete apparsi consapevoli delle vostre forze. « E ho la disponibilità di ragazzi straordinari. Ma siamo stati bravi nel ragionare da grande squadra. Ho avuto risposte forti: Ospina è stato bravissimo, non si è abbattuto per non aver giocato, è stato vicino alla squadra, le ha dato forza e coraggio quando serviva. Poi è tornato nella notte tra venerdì e sabato e avete visto cosa ci ha offerto».

Fonte: A. Giordano (CdS)

 

 

 

 

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