L’editoriale del Cds sul Napoli: “Cambiati in meglio”

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Alessandro Barbano con il suo editoriale sul CdS:

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“N elle avversità si vede il carattere. E il carattere s’è visto, insieme alla qualità, che non fa notizia perché la qualità del Napoli è cosa nota. Però la determinazione con cui ha costruito una vittoria con handicap è un segnale incoraggiante. Il Napoli di Spalletti ha qualcosa in più del miglior Napoli di Gattuso, quello che ha inanellato nel girone di ritorno una catena di vittorie, fermandosi poi sull’ultimo miglio della Champions. Stessa coesione, stesso palleggio, stessa inventiva negli ultimi trenta metri, ma più determinazione e una migliore tenuta difensiva. Che, tuttavia, merita verifiche più probanti del Venezia. 

La partita dice però poco sul modulo che vedremo nel prosieguo del campionato. Perché quel modulo è durato ventidue minuti, fino alla surreale espulsione di Osimhen, che ha costretto il tecnico a spostare Insigne nel ruolo di unico attaccante. Non è stato un pugno, quello che è costato la doccia anticipata al nigeriano. E non è stato uno schiaffo, ma una manata ingenua per divincolarsi e restituire lo strattonamento subito sul braccio destro. La sua maldestra istintività è però peccato veniale rispetto alla maldestra reazione punitiva del direttore di gara, che con l’espulsione ha dettato alla partita regole ed equilibri nuovi, e assai poco comprensibili. C’è da sperare che l’errore non sia la spia di un deficit arbitrale che ha già condizionato pesantemente gli ultimi campionati. 
Quei ventidue minuti però già dicono che il Napoli ha nel nigeriano un attaccante di grande agonismo e ottime doti tecniche, con una vocazione naturale a puntare la porta e a cercare il gol. Qualità che ne fanno un calciatore insostituibile. 
Poi c’è il solito Insigne. Come il buon rosso, è giunto a maturazione ma ha ancora la struttura e il corpo del vino giovane. Più maturo, più concreto, più resistente, ma ugualmente creativo. Più capitano, come ci si attende da lui. Trent’anni, trecentonovantotto partite e centodieci gol sono le coordinate di un acme. Di cui il Napoli potrà certamente giovarsi. Soprattutto se Lorenzo sarà messo nella condizione, contrattuale e psicologica, di sentire il suo impegno in azzurro come l’investimento su un’intera carriera sportiva per la stessa bandiera. 
Il migliore è stato Koulibaly. Non solo per la pienamente recuperata condizione atletica. Ma perché si capisce subito che tra lui e Spalletti c’è piena intesa sul modo di interpretare il ruolo, e sul suo posizionamento in copertura. In queste condizioni di salute fisica e psichica, il franco-senegalese è uno dei più forti difensori d’Europa. 
Ma che il Napoli sia davvero cambiato in meglio lo vedi da Elmas, un giocatore che sembrava destinato a sciupare il suo talento per un deficit di personalità. Quella ricostruita dal tecnico toscano è una mezzala duttile, convinta dei suoi mezzi e della sua autonomia tattica. Il suo gol è lo specchio di questa maturazione, che lo accredita a un ruolo da protagonista nella stagione che verrà”. 

 

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