Statua di Maradona, diffida al Comune: «No all’installazione, ecco le irregolarità»

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Per il Napoli la questione neppure si pone più: non ci sarà all’iniziativa che in queste ore sta organizzando il Comune per scoprire targa e statua di Maradona nello stadio che già dal 4 dicembre, quando venne deliberato, porta il nome del Pibe de oro. Non ci saranno i giocatori né pensa di esserci De Laurentiis. C’è di più: perché difficilmente il club azzurro autorizzerà l’uso del terreno di gioco per i cinquecento bambini che il Comune pensa di invitare per fare da cornice a questo piccolo evento.

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Perché il prato è off-limits per tutti, a meno che il club azzurro non dia il permesso a calpestarlo. Cosa che non pare possa fare, anche perché è stato da poco risistemato in vista del debutto del 22 agosto con il Venezia.

Questione finita? Macché. Perché in queste ore un altro macigno si è abbattuto sulla vicenda, che minaccia seriamente di mandare tutto all’aria in maniera definitiva: la diffida che Stefano Ceci, il manager e amico del pibe de oro, sta per inviare alla giunta de Magistris. Ceci è infuriato, ce l’ha con il Comune: «Apprendo con sgomento, dai giornali, la decisione del Comune di installare, oltretutto nel posto da noi suggerito, la statua dedicata a Diego Armando Maradona dall’artista Sepe», inizia la lettera.

Ceci denuncia una serie di quelle che per lui sono delle irregolarità, innanzitutto legate al fatto che l’opera donata da Mimmo Sepe «non sarebbe inedita» perché già fotografata e vista da tutte le parti. Per Ceci, in questa maniera non sarebbero state adempiute le regole del bando «a cui abbiamo regolarmente partecipato».

Le parole di Ceci sembrano mettere persino in secondo piano gli screzi tra il Napoli e il Comune. Perché l’ex manager alza di parecchio il tiro. Non sono solo banali screzi. Stefano Ceci, infatti, ritiene che «l’opera da noi proposta rappresenterebbe un regalo di Maradona stesso alla città: peraltro nell’opera ci sono anche la mano e il piede sinistro del campione, ottenuti da una scansione in 3D ad alta fedeltà. «Il nostro progetto merita una giusta posizione in quanto rappresentante le volontà di Maradona», attacca ancora Stefano Ceci che in queste ore invierà la diffida agli assessori comunali. La statua, in ogni caso, che ha studiato Ceci fa ancora perfezionata e sarà donata, salvo colpi di scena, proprio a De Laurentiis. Infatti anche il Napoli pensa a una propria scultura in ricordo della stella argentina da posizionare nello suo stadio. E anche questo dà il senso della confusione.

Dunque, non proprio un evento che nasce sotto le migliori stelle.

 

Ieri l’assessore Borriello ha difeso il suo progetto: «Abbiamo scelto questa data perché a cavallo dei due ritiri, ci spiace che De Laurentiis non voglia venire, in realtà non mi ha mai risposto neppure, speriamo che cambi idea, fa ancora in tempo: noi ora gli stiamo per mandare un invito ufficiale. Inviteremo anche l’ambasciatore dell’Argentina, speriamo di poter avere un bel numero di ex compagni di Maradona a cominciare da capitan Bruscolotti», dice l’assessore.

l punto è che oltre alla mancanza del Napoli ci sarà anche la mancanza del pubblico. Perché ieri è stato nuovamente ribadito che più di mille persone non potranno accedere allo stadio per quell’evento, perché la deroga sulla capienza degli impianti riguardava solo lo stadio Olimpico in occasione degli Europei e valgono ancora tutte le restrizioni legate al Covid-19. E che c’è bisogno anche di un consistente numero di steward. «Statua e targa saranno scoperto all’esterno del perimetro dello stadio, mi spiace per tutta questa polemica. Siamo pronti ad accettare tutte le donazioni che vorranno essere fatte nel nome di Maradona. Ci spiace per il Napoli che forse vuole solo fare polemica». 

P. Taormina (Il Mattino)

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