ESCLUSIVA – M. De Luca (giornalista): “Spalletti? Saprà lasciare la sua impronta anche a Napoli. Alle nuove generazioni della stampa, ecco cosa consiglio”

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Il calcio, dopo aver decretato il Chelsea, vincitrice della Champions League, si ferma in attesa degli Europei. Nel frattempo le società iniziano a muoversi con i nuovi allenatori e allestire le rose competitive. Di questo ma anche di molto altro ilnapolionline.com ha intervistato il giornalista Massimo De Luca.

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Come nasce la sua passione per il giornalismo? “Negli anni ’70 iniziai ad intraprendere questa importante esperienza, scrivevo per un giornale romano, ma non di sport, visto che ero alle prime armi. Col tempo poi mi sono occupato di tutte le discipline sportive, fino ad arrivare al calcio, che ovviamente è argomento che se ne parla tutti i giorni”.

Dovesse dare dei consigli a chi intraprende questa professione, cosa si sentirebbe di dire? “Rispetto al passato, il modo di approcciare al giornalismo è diverso, dove oggi c’è la tecnologia. Da un lato è uno strumento di grande apporto per chi fa il giornalismo, ma non sempre viene sfruttato a dovere. Intanto devi avere tanta passione, poi leggere e anche tanto. Non bisogna solo informarsi solo di sport, ma anche di altri argomenti per avere una cultura molto vasta e approfondita”.

Secondo lei cos’è cambiato nel modo di approcciare la giornalismo? “Chi come noi giornalisti che iniziamo un certo tipo di percorso, andavamo avanti, senza avere i supporti tecnologici. Il grande Nando Martellini, non aveva gli strumenti che oggi, però come sempre se la cavava nel migliore dei modi, con grande maestria, anche nel corso del suo lavoro”.

In Italia il calcio era florido economicamente e i risultati erano eccezionali. Come mai non riesce a tornare a quei livelli? “Diciamo che le difficoltà di ora non sono solo in Italia, ma in generale in tutta Europa, questo va detto. Credo che in quel periodo il nostro calcio c’era una situazione economica migliore e si poteva puntare su divere risorse. Oggi invece è completamente diversa, sicuramente la crisi economica, ma anche altri aspetti. Le famose commissioni, non capisco perché le devono pagare le società ai procuratori, non è compito dei club, in generale. Questo è davvero inconcepibile. Senza dimenticare che il Covid ha portato inevitabilmente ad una crisi senza fine. Infine i giocatori non si rendono conto che si sta vivendo in un momento storico difficile. Ad esempio Donnarumma, ha rifiutato 8 milioni d’ingaggio dal Milan, club che lo ha fatto crescere nel calcio che conta. Purtroppo oggi i calciatori si fanno condizionare da chi gli sta intorno, come ha detto Paolo Maldini e non agiscono in maniera autonoma”.

Infine lei che è un giornalista di grande esperienza, che consiglio si sente di darci sul nuovo allenatore Luciano Spalletti? “Vorrei farle una precisazione, io sono nato a Roma, ma ormai vivo a Milano. Detto questo Luciano Spalletti lo conobbi quando allenava l’Udinese. Era un tecnico alle prime armi che è cresciuto con il passare del tempo. Come allenatore credo che non si possa discutere, anzi è una persona intelligente e molto preparata. Sono rimasto sconcertato dal comportamento di Juric, perché non può un tecnico dire che la domanda era una cagata, avere uno sfogo di quel genere e offendere così un giornalista come Massimo Ugolini. Sono certo che se a Luciano Spalletti si faranno domande sull’attuale, senza fare riferimenti a Totti o Icardi, credo che non ci saranno alcun problema in merito. Sono ottimista che farà un ottimo lavoro a Napoli, così come secondo me ha fatto Gattuso. Quando Rino ha avuto la rosa a disposizione la squadra ha fatto molto bene. Purtroppo con l’Hellas Verona la prestazione non è stata all’altezza della situazione, ma il mio giudizio su di lui è positivo”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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