Sassuolo/Napoli al microscopio de “Il Mattino”

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Maturità va cercando il Napoli, ma non la trova neppure per sbaglio.

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E se perde il lume della ragione persino uno dei veterani, Manolas, che al 93’20 (il quasi debuttante arbitro Marini aveva assegnato però solo tre minuti di recupero) provoca un rigore per trattenuta di Haraslin con la difesa che si apre come panna montata, la via che porta alla Champions si fa in salita (adesso è a cinque punti di distanza, dove sono Juventus e Atalanta).

Finisce 3-3 ed è un pareggio che spezza il cuore, perché il Napoli ormai aveva la vittoria tra le mani. Magari neppure meritata ma il controsorpasso di qualche minuto prima firmato da Insigne (sempre su rigore al 90′) doveva essere difeso con la forza, digrignando i denti, con la faccia di quelli brutti, sporchi e cattivi. Anche se non c’era più entusiasmo atletico.

E invece no. È una beffa nel recupero. Un pari che non è da buttare via, per carità, tenendo conto della rimonta della ripresa e della prestazione non esaltante del primo tempo.

Ma che arriva in un maniera assurda, che lascia l’amaro in bocca e che è come una pillola al cianuro, ovvero impossibile da mandare giù. De Zerbi e Gattuso hanno voluto giocare a viso aperto, alla propria maniera, senza snaturarsi. E allora ecco che ne sono usciti 6 gol, tre rigori (e visto il festival, il gomito con cui Ferrari fa franare Politano che fine fa?) e due pali, certo, ma con la gara che è stata soprattutto una mattanza di sbavature, distrazioni, errori e orrori. P. Taormina (Il Mattino)

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