`Gattuso non si nasconde: “Osimhen? Aspettiamo il tampone, ma forse rientra a breve”

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Non è contento, non può esserlo. Un conto è passare il turno con il minimo sforzo, un altro è con questi terrificanti patemi. Ovvio, che non ne fa un dramma. Quel che conta è andare avanti in Coppa Italia. Ma Gattuso non sa fingere. Non ne è capace. È stato un Napoli che per qualche tratto è stato un po’ spettrale anche se ha raggiunto l’obiettivo che aveva in testa. Ma quanta fatica. Una fatica che non fa certo finta che non ci sia stata. E che lo porta a concedere alla squadra un giorno di riposo.

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Gattuso, la cosa positiva è il passaggio ai quarti di finale? «Abbiamo sofferto contro una squadra che era piena di giovani, ma non giovani qualsiasi ma di grande valore. Sapevamo che non sarebbe stata semplice e non lo è stata anche perché abbiamo scelto di schierare in campo molti calciatori con poco minutaggio e avevo messo in preventivo che si poteva fare un po’ di fatica. Magari non così. Ma mi tengo la vittoria anche se è evidente che bisogna trovare più equilibrio, perché ancora ieri abbiamo preso troppe ripartenze».

Il Napoli va ancora alla ricerca di una continuità? «È il percorso di tutti in Europa perché non esiste giocare in casa e fuori casa e ci sta che in certi periodi le cose non vadano bene. Ma è già tanto che stiamo giocando perché quello che conta è dare continuità al sistema calcio perché da un anno fa ad adesso è cambiato tutto. Ovvio che possiamo migliorare, dobbiamo lavorare per migliorare ma è anche vero che in campionato abbiamo perso qualche punto».

Sta sempre meglio, vero? «Sì, nonostante c’era chi diceva che per colpa di questa malattia non potevo più allenare. Ho sentito cose assurde in queste settimane. Ci convivo con questa malattia, anche adesso ho il cortisone, è la terza volta in dieci anni ch emi colpisce ma posso tranquillamente fare il mio lavoro».

Siete rimasti colpiti dal valzer dei positivi che ha colpito l’Empoli? «Stiamo tutti vivendo una situazione particolare, la nostra federazione e i nostri medici stanno facendo un grande lavoro. Non è facile fare tamponi in ogni momento, spostare gli allenamenti, attendere i risultati dei sierologici. Vero, guadagniamo tanto, ma è una grande fatica questa. Perché bisogna sempre star lì ad attendere i test e tutto può cambiare in poche ore. Il Covid ci fa paura, fa paura a tutti. E abbiamo visto quanti morti ha fatto il Covid in questi 11 mesi».

Pensa che ci sia qualcosa che non va in questo suo Napoli? «Da dopo l’Inter una involuzione c’è stata. Il percorso resta positivo ma ultimamente stiamo dando troppe chance ai nostri avversari, come è successo anche ieri con l’Empoli. Non è questione di 4-3-3 o 4-2-3-1: abbiamo scelto i due centrocampisti perché ci piace l’idea di costruire gioco e creare azioni. Le occasioni sono tante e non sempre le sfruttiamo. Il problema è che stiamo dando troppo campo agli altri. Insomma, creiamo ma subiamo anche. E questo aspetto non mi piace. Non mi va giù. Appena i nostri avversari escono dalla prima pressione andiamo in ansia, fatichiamo».

Anche con l’Empoli. «Ma non fa testo, quando ci sono tanti giocatori che non giocano assieme da così tanto tempo è normale che si possa giocare così Abbiamo subito tanto, come è successo anche tre giorni prima».

Osimhen come sta? «La spalla sta meglio, sta iniziando a correre sul tapis roulant in maniera più rapida e lo sta facendo meglio e con maggiore continuità. Anche i medici dicono che le cose vanno meglio. Negli ultimi cinque giorni i segnali che ci arrivano sono buoni, ma ancora non l’ho visto perché dobbiamo prima aspettare che torni negativo e speriamo che questo avvenga già nel corso di questa settimana. Ma sono fiducioso che in tempi brevi possa tornare a giocare».

P. Taormina (Il Mattino)

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