Il bizzarro caso dell’AIA: 554 arbitri in meno, crisi di vocazione?

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LA MOSSA

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Posto che è bizzarro pensare che il management di un’azienda importante (gli arbitri per il mondo del calcio) scelga i suoi vertici prima delle elezioni. In caso di cambio della guardia, il nuovo si troverebbe nei ruoli chiave persone non scelte da lui. Senza arrivare a ipotizzare uno scenario a quel punto favorevole per l’urna. Lo strappo si è consumato ieri, anche se ha avuto dei prodromi nella serata (romana) di martedì. Nel corso del Comitato Nazionale è stato ratificato quanto successo nell’ultimo CN, quando la divergenza fra i due s’era fatta concreta e palese. La classica goccia, la necessità (secondo Trentalange) di conservare la formazione arbitrale anche durante il lockdown, che aveva chiuso in campionati Dilettanti ma non la A, B e C; per Nicchi, invece, tale necessità non era «più impellente» e ai campionati professionistici ci avrebbero pensato le «rispettive commissioni». Il motivo: evitare che altre persone potessero usare il ruolo per apparire: già, sempre le elezioni…

RINUNCIA

Con queste premesse, e con le proroghe che il CN ha stabilito, ad esempio, per gli organi disciplinari dell’AIA (evidentemente il differimento vale per molti, ma non per tutti), Alfredo Trentalange ha preferito fare un passo indietro. Il suo destino si sarebbe comunque compiuto sabato, quando verranno ufficializzate le scelte in merito alle cariche tecniche (ma sempre senza A, B e C). Non avendo firmato quel “foglio in bianco”, al suo posto al Settore Tecnico dovrebbe andare (andrà) Matteo Trefoloni, attuale commissario della CAN D (pare che anche col campionato sospeso, lui durante il lockdown potesse continuare a fare formazione ai suoi arbitri) e, ovviamente, uomo vicino a Nicchi. La rinuncia di ieri da parte dell’ex arbitro internazionale di Torino (a livello economico, ballano 520 mila euro, tanto prende in quattro anni ad esempio il designatore della serie B) ha lasciato il Comitato Nazionale nel gelo. Alimentando i dubbi e i dissapori fra i suoi componenti.

CALO

Fra le altre cose, ieri l’AIA ha certificato la sua debacle: rispetto alla stagione 2018-19, ci sono stati 554 nuovi arbitri in meno (piena crisi di vocazione), pari al 12,1%. Fonte: CdS

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