Mimmo Carratelli: “Gattuso, il ruggito del leone”

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Il calcio che riprende dopo il Coronavirus è un deserto senz’anima, ignoto e misterioso, infido, piatto, con insidie piatte e invisibili, e solo un leone può domarlo, percorrerlo e domarlo, piegarlo alla forza del suo cuore e al ruggito della sua anima guerriera. Rino Gattuso, alla ripresa sconosciuta e inesplorata del pallone dopo la quarantena, è il leone del Napoli che sotto il segno del Leone è sbocciato quand’era l’agosto del 1926, a Hollywood nasceva Topolino e in Inghilterra apparvero i primi semafori stradali. In panchina è stato leone Luis Vinicio alla guida del suo Napoli furente più di quarant’anni fa, un allenatore capace di trasmettere la sua forza ai giocatori moltiplicandone il rendimento. Leone bianco era Vinicio, leone nero è Gattuso. Rino è in giacca scura, un leone elegante nel San Paolo vuoto che sembra più grande, immenso. Il primo ruggito gli si strozza in gola per la rete fulminea di Eriksen. Nel silenzio dello stadio, la sua voce fa vibrare la squadra, l’arma di coraggio, la sostiene e la incita. Urla dal silenzio. La scossa adrenalinica per superare affanni e difficoltà mentre in campo si muovono Ciro Mertens e Lorenzinho, Mandrake Lautaro e Hulk Lukaku. E’ il calcio delle voci di questo calcio che ha perso la voce grande degli spalti. Sotto il ciuffo acrilico, urla anche Conte. Guardiamo il nostro leone nero a bordo-campo. Chi urla di più? Fast & Furious, come nella fiction. E’ una sfida di corde vocali. Ed è grande e liberatorio il ruggito di Gattuso al pareggio di Mertens alla fine del primo tempo. La voce di Gattuso è la voce dell’ardimento e della disperazione. Insegue e percuote il Napoli. Si fa rauca, rotola, si ritrae, esplode. Allerta la squadra e poi l’accompagna quando si distende. Così sollecitato, il Napoli non perde mai fiducia. Il vantaggio dell’Inter lo imbarazza, lo schiaccia, ma non lo doma. Se c’è un leone a bordo-campo, ci sono undici leoncini sul terreno di gioco che recuperano con un’azione secca. La sfida corre sul filo del rasoio. Freme la barba del leone Gattuso. E’ una partita da dentro o fuori. Pericolosa e maledetta. E’ una partita killer. Urla Conte, ruggisce Gattuso. Sino al ruggito finale, il ruggito vincente del leone nero.

Factory della Comunicazione

Mimmo Carratelli (CdS)

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