Ricciardi (OMS): “I nuovi test rendono possibile l’abolizione della quarantena”

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A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto il Professor Walter Ricciardi:

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Modifica al protocollo per le squadre di calcio sulla quarantena con isolamento del calciatore? Questo non posso dirlo perché formalmente non faccio più parte del CTS. So che c’è una discussione in corso ma non c’è ancora una liberalizzazione. La discussione è figlia della migliore situazione epidemiologica in cui versa il paese, allo scopo di fare tutto ciò che si può per non turbare e alterare la salute dei calciatori e di chi gli sta vicino si farà.

Coronavirus? Non è mutato, dal punto di vista clinico è sicuramente meno dannoso. Probabilmente sia perché il sistema intercetta i casi molto presto sia perché la capacità di identificare precocemente i soggetti positivi ne evita la diffusione. Il virus è ancora pericolosissimo e si è specializzato nel diffondersi ma è vero che la pressione sulle strutture cliniche è oggi molto minore.

Cosa non funziona in Lombardia? Lì partono da condizioni peggiori dal punto di vista quantitativo, quindi è normale che ci voglia più tempo per arrivare alla diminuzione. Lepersone continuano a contagiarsi e non è un caso che lì ci sia la maggior parte dei casi. L’ambiente ospedaliero e le aziende sono sotto controllo ma a casa ancora non si riesce a intercettare del tutto il contagio.

Il metodo quarantena e test rapidi garantisce una via di uscita per il calcio? Ora ci troviamo in condizioni migliori di circolazione del virus ma soprattutto possiamo contare su test rapidi sempre più affidabili, due mesi fa probabilmente neanche avremmo potuto prendere in considerazione questa ipotesi perché i test rapidi non davano sufficienti garanzie di affidabilità. Tifosi allo stadio? In alcune Regioni sarebbe anche possibile, ovviamente non nelle modalità che avevamo prima. Però è tutto condizionato dalla circolazione del virus. Noi dal 15 giugno riapriremo i confini e dal primo luglio la circolazione a livello mondiale, dobbiamo essere molto cauti. In linea di principio possiamo pensare anche agli stadi, ma procedendo un passo alla volta”.

Paola Di Genova (Radio Marte)

Foto Repubblica

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