Sica (Doc. Diritto Sport): «Contratti scaduti a giugno c’è chi può rifiutare di giocare»

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Il calcio italiano deve trovare una soluzione per numerosi nodi irrisolti prima della ripartenza. Il professore Salvatore Sica è docente di diritto dello sport all’Università di Salerno.

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Professore, dal 1 luglio chi paga lo stipendio di Petagna e Rrahmani? «La “stagione sportiva” inizia il primo luglio e termina il 30 giugno. Tant’è che per far ripartire il campionato occorre che si proceda in deroga. Dal primo di luglio i giocatori sono a disposizione della nuova società, che tuttavia per la deroga federale non può utilizzarli. Aggiungo di più, i giocatori, in assenza di copertura contrattuale per i due mesi ulteriori e anche per non correre rischi di infortuni, potrebbero rifiutarsi di scendere in campo. In sostanza nella vicenda confluiscono e si scontrano tre interessi contrapposti: della società di provenienza, della nuova società e del calciatore: senza un accordo a tre non se ne viene fuori».

Su chi ricade il rischio di un eventuale infortunio? «Giuridicamente, non avrei dubbi che dal primo luglio, il rischio di infortuni, quanto al valore del giocatore, si trasferisce sulla nuova società, mentre l’altra al massimo sopporta il ben minore rischio di non poter finire la stagione con quel calciatore”

Al momento, dunque, la questione come si risolve? «Al momento la società di provenienza ha diritto di avvalersi della prestazione, ma il giocatore, senza un nuovo accordo parziale, potrebbe anche rifiutarsi di scendere in campo».

Ma da luglio, quale ingaggio percepisce Petagna? «È una situazione paradossale: la nuova società per contratto dovrebbe pagare prestazioni, di cui però non si può avvalere. Occorre cooperazione reciproca: se la vecchia società, non più titolare del calciatore, intende farlo giocare, non può che caricarsene le retribuzioni, e la nuova va tenuta esente dal rateo stipendiale corrispondente al periodo in cui, benché proprietaria, non può utilizzare il giocatore. Quest’ultimo, a mio avviso, sarà il vero ago della bilancia, perché, nel passaggio da vecchia a nuova retribuzione, potrebbe avere una perdita e soltanto lui può decidere di accettarla oppure no e fare un accordo ad hoc».

E Callejon, per esempio, dal primo luglio, cosa può fare? «Potrebbe rifiutarsi, non intendendo assumere, ad esempio, il rischio di infortunio, in vista della sua futura carriera, sostenendo che l’impossibilità della prestazione è dovuta ad una causa (la pandemia) a lui non imputabile. Se ne esce soltanto con un “mini accordo” limitato al periodo aggiuntivo». Fonte: Il Mattino

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