ESCLUSIVA – M. Esposito: “Insigne? Gli auguro che diventi una bandiera come lo è stato Totti per la Roma”

All'interno l'intervista all'ex calciatore di Napoli, Lazio, Reggiana ed Hellas Verona

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Il calcio attende con fiducia la decisione del Governo e del Cts sul protocollo, nodo cruciale per ripartire con il campionato in maniera definitiva. I calciatori nel frattempo si allenano e attendono che si evolvono i fatti. Di questo ma anche del futuro di Mertens e Insigne, ilnapolionline.com ha intervistato l’ex calciatore Massimiliano Esposito.

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In questo momento fossi ancora un calciatore, come ragioneresti in piena pandemia. Scenderesti in campo, oppure saresti per la prudenza? “Io credo che nella nostra professione la passione è un elemento indispensabile. Quando un calciatore parla di temere per la salute in questo momento non dice la verità. Questo è uno sport dove chi lo pratica è desideroso di mettersi in evidenza e credo che solo giocandolo puoi ritornare alla vita di tutti i giorni. Ad oggi è una questione più di voler tornare in campo, credo che chi comanda il calcio lo voglia, bisogna trovare un compromesso come ad esempio in Germania, tutto qui. Gli ultimi dati dicono che la curva dei contagi è scesa e c’è maggior sicurezza. La pandemia non è del tutto scomparsa, quindi ci vuole ancora massima prudenza e rispettare sempre le regole”.

Nei giorni scorsi ho rivisto il tuo gol a San Siro contro il Milan con la maglia della Reggiana. Cosa ricordi di quel giorno oltre alla rete della vittoria? “Io a 14 anni lasciai Napoli, in cerca di fortuna a livello professionale e cominciai con il Catanzaro dove in tre anni segnai 9 gol. Alla Reggiana invece furono decisive le ultime cinque giornate dove ci giocammo tutto a San Siro contro il Milan. Cosa ricordo di quel giorno? A parte la rete che ci consentì la salvezza in massima serie, la soddisfazione personale di aver segnato ai rossoneri. Per un napoletano è una gioia immensa fare gol in uno stadio come San Siro, perciò fui doppiamente contento”.

Poi sei riuscito a coronare il tuo sogno di indossare la maglia del Napoli. Cosa ne pensi in merito? “Ero ovviamente contento, perché avevo coronato il sogno di una vita, tifoso del Napoli e indossare i colori azzurri. Chi conosce la piazza partenopea, sa che si passa in poco tempo dall’esaltazione alla depressione, perciò devi essere bravo nel calarti nella città di Napoli. Da un lato c’era la gioia di vestire la casacca azzurra, purtroppo forse non fu il periodo migliore visto che non si naviga in acque tranquille, ma al tempo stesso io avevo coronato il sogno di una vita, peccato solo per i risultati che all’epoca mancarono”.

Infine da napoletano pensi che Insigne possa essere una bandiera come Totti lo è stato per la Roma? “Intanto vorrei fare una breve digressione su Mertens, visto che è un tema che a Napoli se ne parla. Io credo che se tutte le parti si venissero incontro, penso che il belga, non ponga ostacoli a dire di sì è una questione di volere e potere tra i diretti interessati. Su Insigne dico che sarebbe fantastico se riuscisse a diventare una bandiera o un simbolo del Napoli, le basi per esserlo ci sono, naturalmente si deve essere in due per raggiungere l’accordo, ma io me lo auguro per il ragazzo e per la sua passione per i colori azzurri”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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