APPROFONDIMENTO- Cosa succede al calcio? Vivo, morto o X

Breve analisi sul futuro del mondo del calcio

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Col decreto dello scorso 26 aprile il Governo ha dato il via libera alla ripartenza degli allenamenti nel calcio e negli sport di squadra.

Factory della Comunicazione

Benvenuto qui tra luce e confusione, nessuno che ti ha chiesto se volevi uscir di là..”

Il calcio deve ripartire!!!

Segniamoci questa frase perchè è la più gettonata in assoluto da quando lo scorso 9 marzo in un campo desolato senza alcun spettatore al seguito Sassuolo e Brescia hanno chiuso forse definitivamente il sipario per la stagione 2019/20.

E allora dal giorno dopo sono iniziate una serie di lotte intestine e battaglie a tutti il ivelli dalla Fifa alla Federazione, dalla Lega Calcio all’ Assocalciatori, senza dimenticare procuratori e intermediari ma soprattutto i veri padroni del teatrino: le pay-tv. Già perchè sono tanti, forse troppi, i soldi in palio per non pensare che ad avere il calcio in pugno non può che essere chi rimpingua costantemente le casse dei club con nuova linfa.

Il calcio deve ripartire!!!

Avremmo ventisettemila buone ragioni per dire chiudiamo tutto, nessuna morale ma negli occhi di tutti noi scorrono ancora le immagini delle bare che da Bergamo partivano verso altri lidi tra la sofferenza di chi non ha potuto neanche dare una degna sepoltura ai propri cari.

Eh no non venitemi a raccontare che le ragioni per ripartire sono legate al “lock-down” per aiutare chi resta in casa. Anche se siamo un popolo di “santi-navigatori-poeti”, nessuna di queste qualità è imputabile a chi sta decidendo come ripartire. 

Tutti gli appassionati come il sottoscritto sentono davvero la mancanza di un pallone che rotola in un campo più o meno perfetto, non conta se Serie A-B-C-D o calcio giovanile, l’importante è che rotoli possibilmente verso la porta avversaria. Ma è davvero disgustoso il comportamento di alcuni presidenti.

Finiamo i campionati” gridano quelli che hanno tanto da guadagnare, “Non rischio la salute dei miei atleti” ribatte chi è a un passo dalla retrocessione e dalla “marmellata” degli introiti televisivi (gli stessi che in piena pandemia hanno invitato gli allenatori esonerati e il loro staff a presentarsi agli allenamenti).

Il calcio deve ripartire!!!

Allora se proprio il Covid non intende lasciare la nostra terra è stato proposto di giocare tutti al Sud, dove la situazione è sotto controllo e facciamo tamponi a tutti gli addetti ai lavori. Già i tamponi, se oggi un cittadino ha febbre alta abbinata a problemi respiratori non è possibile eseguirli e si chiede di rimanere in casa isolati e poi per magia vi saranno sottoposti ogni tre giorni 2000 tra atleti ed entourage. Certo un operaio o un disoccupato non valgono mica quanto Dybala, Lukaku o Immobile, o altri 500 calciatori di serie A, perchè il popolo ha fame di sport ad ogni costo. E se il virus dovesse diffondersi al Sud, a causa di questa scelta, chi si prenderebbe la responsabilità della decisione? Potrei rispondervi ma sembra quasi superfluo..

Il 18 maggio è stato,sotto la forte spinta dei club e con poca convinzione, finalmente concesso di poter ritornare agli allenamenti collettivi per tutti gli sport di squadra in teoria, in pratica solo al calcio perchè in tutte le altre discipline le Federazioni hanno dato appuntamento alla prossima stagione. 

La Serie A no. Pensate che bello poter assistere ai match in tv tutti i giorni con la voglia di uscire che quasi passa a tutti gli appassionati, peccato soltanto che le gare non saranno trasmesse in chiaro e questa crisi che oggi è umanitaria inevitabilmente diventerà presto economica mietendo ahimè un numero di vittime ben più alto con la pay-tv che diventerà un bene di lusso.

Hanno vinto loro e dunque il calcio ripartirà ma una “fottutissima” paura che toglie davvero il sonno: e se dopo una,due, forse cinque giornate qualche calciatore dovesse risultare positivo? Sarebbe inevitabile lo stop definitivo del campionato e tutta questa incoscienza vanificata.

Infine mi lascia un pochino sorridere quando sento dire che alcuni club spingono di più per riprendere perchè puntano allo scudetto o entrare nelle coppe europee. Siete davvero fuori strada, c’è una sola amara verità che ognuno di noi deve sapere: del risultato sportivo, retrocessione a parte, non interessa a nessuno basta che quei maledettissimi soldi arrivino in cassa al più presto che il 30 giugno si chiudono i bilanci.

I sogni, quelli sono gratis, lasciateli ai tifosi..

Articolo a cura di Marco Lepore

 

 

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