Barbano: “Andare tutti in un posto, è un’idea non realistica”

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Alessandro Barbano ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Nuovo durante la trasmissione Punto Nuovo Sport Show: “In questo momento si lavora in smart working ed è un’esperienza interessante. Tutti amiamo le tecnologie, ma poterci guardare in faccia e parlare è un sogno. Tutto dipende dal fatto che si spenga quest’incendio divampato nel Paese. In Lombardia qualcosa è andato storto, cioè che non avendo una sanità di base si è trovata il virus in un ospedale, non isolando debitamente i contagiati che sono stati trasportati verso altri ospedali e si sono appiccati incendi da soli. In Lombardia i morti sono più di tutto il resto del Paese, con un tasso di mortalità di oltre il 17%, perché ha fatto ammalare le persone presenti in ospedale per ragioni diverse”.

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Ha aggiunto: “Da ieri abbiamo visto un dato positivo. 200 in meno ai giorni precedenti e sembra che la dimensione di contagi, terapia intensiva sono calati. Se il fuoco in Lombardia si spegne, è sperabile che si possa riaprire parzialmente e penso ci siano le condizioni dopo Pasqua. Ci sono posizioni diverse, tutta la comunità scientifica vuole restare chiuso ancora. Ce n’è un’altra che è favorevole a riaperture parziali che non possono non partire da aree non contagiate. Giocare in campo neutro? Ho qualche perplessità, ma parlo da uomo di strada, l’idea di portare tute le persone in un posto e fare delle visite, è un sogno”.

Infine: “La riapertura parziale a metà aprile, permetterebbe una riapertura totale quando – a fine maggio magari – ci sia una condizione di contagi 0: lì si potrebbe ricominciare ad allenarsi, ma con regole nuove. Se durante il corso del campionato io mi ammalo, non devono valere le regole della fase 1. Quindi tutti tornano in quarantena, ma immaginare una fase 2 con distanziamento sociale, mascherine per tutta la popolazione e tamponi preventivi per chi gioca. Può darsi che ci siano necessità per squadre come quella dell’Atalanta che possano trovare conveniente giocare in campo neutro. Ma andare tutti in un posto, è un’idea non realistica”.

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