L’approfondimento di Riccardo Muni: “La tristezza dell’addio”

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“Circolava da sabato la notizia che Carlo Ancelotti sarebbe stato sollevato dall’incarico (…è così che si definisce in maniera signorile l’esonero di un allenatore…), immediatamente dopo la partita di Champions League, contro il Genk. Sempre da sabato, circolava la voce che sarebbe stato Gennaro Ivan Gattuso, per gli amici Ringhio, a prenderne il posto. Come da copione, l’allievo Rino ha preso il posto del suo maestro Carlo. Il congedo di Carlo Ancelotti e famiglia è stato sobrio, signorile, come è nel loro DNA e questo ha intriso ancora più di tristezza l’addio. Napoli ha capito che, sebbene ne avesse, le colpe non erano tutte del tecnico di Reggiolo e, ovunque sui social e nelle strade, i tifosi azzurri hanno espresso il loro enorme dispiacere per questo epilogo, assolutamente inaspettato ad inizio stagione. Va da sé che il poker con cui il Napoli ha superato il Genk, conquistando l’accesso agli ottavi di Champions, è passato in secondo piano. Persino la tripletta del rientrante Milik ha perso di significato. A questo proposito però, viene spontaneo esclamare: quanto ci sei mancato Arek! La tristezza dell’addio tra Napoli e Ancelotti sta tutta nel fallimento di un progetto tecnico partito, sin da subito, con il piede sbagliato. Era sotto gli occhi di tutti che il ciclo azzurro di questo gruppo era terminato con il triennio sarrista e lo scudetto scippato. Bisognava ricostruire, con tutto ciò che comportava in termini economici. Invece si è navigato a vista durante la scorsa stagione, rimandando la rifondazione all’anno successivo. Un anno di transizione, si disse, per placare la piazza napoletana. Carlo ci ha messo la faccia, all’inizio della stagione in corso, avallando il mercato e dichiarando obiettivi tricolori. Il tradimento più grosso lo ha subito a seguito dei risultati mediocri delle ultime settimane. A voltare le spalle al tecnico sono stati alcuni calciatori, in primis, che hanno iniziato a boicottare le partite di campionato ed il patron Aurelio De Laurentiis, che ha esposto il suo allenatore alla gogna mediatica, piuttosto che difenderlo a spada tratta. Beninteso, anche Ancelotti ha avuto le sue colpe. Innanzitutto, autorizzando le cessioni di Jorginho e Diawara, rimpiazzati poco e male da due elementi, Fabiàn Ruiz ed Elmas, che hanno caratteristiche completamente diverse dai loro predecessori. Altro errore grossolano, è stato quello di arenarsi su certe idee, quale Insigne esterno di centrocampo e Lozano seconda punta. Perché non ha mai invertito i due? E perché non ha avuto il coraggio di lasciare Insigne più tempo fuori? Il palmares non rende immuni da errori ed anche Carlo Ancelotti non è sfuggito a questa regola. Napoli, oggi, volta pagina, sostenendo Gennaro Gattuso, uomo del sud venuto per risollevare le sorti di una squadra del sud. Un compito non facile, risollevare in fretta una squadra in evidente affanno e ricompattare un gruppo che sembra tale solo sulla carta. Benvenuto Gennà, con un ultimo pensiero a Carlo Ancelotti, a cui giunga un affettuoso abbraccio di stima”.

Factory della Comunicazione

A cura di Riccardo Muni

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