L’ex veronese Thomas Berthold lo incontrò più volte: «Diego, non ci sono dubbi: è stato il più grande di tutti».

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Contro il Napoli ha giocato otto volte nella sua esperienza italiana, senza mai conoscere il sapore della vittoria: quattro sconfitte e altrettanti pareggi. Eppure Thomas Berthold, 54 anni, campione del mondo con la Germania nel 1990, conserva un ricordo dolce del San Paolo, ma anche di «Napoli, una città meravigliosa dove si respira calcio».

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Un Mondiale, tante stagioni ad alti livelli e una parentesi non troppo felice da allenatore: chi è Berthold oggi? «Oggi faccio l’imprenditore, sono socio e amministratore delegato di un’azienda che si occupa anche di grandi impianti: infatti, abbiamo anche proposto un nuovo stadio per Verona».

Oggi Napoli-Verona: quando giocava lei, dall’altra parte c’era Maradona. «E c’era una città in cui ogni giorno si parla di calcio. Le partite al San Paolo erano sempre toste e particolari. Il Napoli, in quel periodo, era tra le squadre più forti del campionato. A Maradona, poi, sono molto legato: ho giocato due finali di Coppa del mondo contro la sua Argentina, è sempre bello rivederlo».

Per lei chi è il calciatore più forte di tutti i tempi? «Diego, non ci sono dubbi: è stato il più grande di tutti».

Due anni al Verona molto positivi: c’è qualche episodio che ricorda con più affetto? «Sono arrivato a Verona molto giovane, avevo appena compiuto 21 anni. Ricordo il calore della gente, mi hanno accolto a braccia aperte. Più che un episodio, del periodo in gialloblù porto nel cuore un uomo: Bagnoli, dal quale ho imparato davvero tanto».

Ancelotti fu cacciato dal Bayern nel 2017: perché non riuscì a farsi amare a Monaco di Baviera? «Penso che Carlo sia arrivato in un periodo già molto complicato. La squadra aveva già diversi problemi nel post Guardiola. Ancelotti, però, ha commesso un errore: ha sottovalutato il suggerimento di chi gli diceva di inserire nel suo staff una persona che conoscesse il club e la lingua».

Dove può arrivare il Napoli? «Mi piace molto e credo che, come l’Inter, possa quest’anno creare problemi alla Juve».

L’Italia ha vinto 9 gare consecutive: pensa che Mancini abbia una squadra per vincere Euro 2020 e come vede la sua Germania? «L’Italia ha una grande tradizione quando si arriva alle fasi finali di un torneo top come un Europeo. La Germania, invece, non credo sia tra le favorite perché mancano esperienza ed equilibrio» Fonte: IL Mattino

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