Fatture false- Il Napoli cala l’asso dalla manica con Chiavelli

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Fecero firmare al consulente una dichiarazione, un atto di trasparenza con il quale rimarcava un concetto: non c’era alcun rapporto professionale con i calciatori che venivano contattati per il mercato del Napoli. Eccolo l’asso nella manica calato dal Calcio Napoli, nel corso del processo che punta a fare chiarezza su alcune operazioni di mercato, nella triangolazione che si crea tra un calciatore, il suo procuratore e il club con il quale viene firmato un contratto. Aula 719, parla Andrea Chiavelli, l’ad del Napoli, che risponde come teste della difesa, su richiesta del penalista Fabio Fulgeri, che assiste il presidente Aurelio De Laurentiis. Inchiesta per «uso di fatture per operazioni inesistenti», in relazione alla compravendita di calciatori, sono a giudizio alcuni dirigenti del calcio che conta (oltre a De Laurentis, anche Lotito, Preziosi, Galliani), al termine delle indagini dei pm Stefano Capuano e Danilo De Simone. A De Laurentis viene contestato il trasferimento di Calaiò dal Siena al Napoli nel 2013, assieme al procuratore sportivo Riccardo Calleri. Ha spiegato Chiavelli sul contratto che vincolava Calleri al Napoli per una ventina di giorni: «Facciamo firmare una dichiarazione di trasparenza, con cui ogni consulente dichiara di non avere alcun rapporto con il calciatore da contrattualizzare. Per il resto, non facciamo i detective». Difesi, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Picca, Giuseppe Fusco, Bruno Larosa, Luigi Sena, manager e dirigenti attendono la prossima udienza, di fine ottobre. Fonte: IL MATTINO

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