Ancelotti dovrà trovare un rimedio all’ingranaggio inceppato

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Il gatto ha nove vite. Nel caso di Ancelotti, anche qualcuna di più. Nel pomeriggio c’è la ripresa degli allenamenti, con un po’ di Napoli che dovrà ascoltare le sue parole. Carlo deve cercare una ragione, una spiegazione, una chiave per far ripartire l’ingranaggio inceppato dopo la gara con il Liverpool (il travolgente 2-0 sui campioni d’Europa in carica). Ecco, i Reds. A dire il vero, il crocevia dell’era ancelottiana sembra essere stato proprio l’Anfield, gara di ritorno della fase a gironi di Champions. Prima di quella notte, il sacro fuoco, l’ordine e la furia erano la normalità. Da quella sconfitta – costata la qualificazione agli ottavi – qualcosa è cambiato. Di gare-spettacolo il Napoli ne ha giocate non tantissime: quella con la Lazio (2-1), l’andata con il Salisburgo in Europa League (3-0), la vittoria all’Olimpico sulla Roma (1-4), il 4-1 sull’Inter e per certi versi anche il 4-3 a Firenze nella prima giornata. Il suo Napoli è in difficoltà, qualcuno non pare essere in linea con il suo pensiero e lo sfogo al San Paolo, nello spogliatoio, dopo la vittoria sul Brescia con il dito puntato sull’atteggiamento troppo remissivo, ha lasciato il segno. Le parole sono state dure, pesanti come macigni. Il j’accuse alla squadra pesante. La ferita è ancora aperta, brucia: e le prove col Genk e il Torino hanno buttato altro sale. Ancelotti deve venire a capo di questa vicenda e non è questione di giocare bene o di giocare male: lui, in fondo, la pensa come Allegri. Quel che conta è vincere. Ed poiché è un vincente si rende conto che la mentalità dei suoi non lo è. Almeno non lo è sempre. 

Fonte: Il Mattino

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