L’opinione di Marolda: “La ricerca della vittoria passa per una terza via”

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Il cambiamento, la diversità e la modernità, i numeri e i moduli, imbastiti con le posizioni. Ne scrive Ciccio Marolda sul CdS:

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Qual è la via di mezzo tra il quattro-quattro-due e il quattro-tre-tre visto a Torino? Non c’è? Sì che c’è. Si chiama Insigne. Se il riabilitato capitano arretra, il Napoli è una cosa; se avanza, invece, è tutta un’altra cosa. Per questo è complicato dire che il Napoli a Torino abbia cambiato il suo disegno. Forse l’ha fatto. Forse no. Ma se l’ha fatto, l’ha fatto a metà. Eppure, è bastato, al Napoli, per uscire dalla confusione. Più ordinato, infatti, contro il Toro. Più sicuro di sé. Con più certezze. Ma questo, probabilmente, si può spiegare anche con la minore frenesia dei giovanotti a centrocampo. Ora, almeno così sembra, ognuno di loro sa meglio quello che deve fare: qual è il ruolo e come interpretarlo. Se si vuole, un ridimensionamento della voglia di modernità di don Carlo, ma ancora nessuna nostalgia per l’ancien régime. Come se il Napoli stesse cercando una terza via per la vittoria, non avendo il coraggio di affidarsi sino in fondo al modello che oggi in Europa detta legge, se è vero come è vero che le prime della classe in Inghilterra, Francia e Spagna vanno forte col quattro-tre-tre vecchia maniera, mentre in Germania vince per ora un quattro-due-tre-uno rigido e muscolare e in Italia Conte, alla faccia d’ogni modernismo, mette sotto chiave il suo primato col tre-cinque-due. Come dire che in questo momento il calcio europeo non cerca novità, caro don Carlo. Certo, lodevole il tentativo di portarne da queste parti, ma se non arriva il conforto del gioco e dei risultati, se il rischio è quello di arrendersi troppo presto al campionato, beh, come forse sta accadendo, meglio fermarsi e ragionare, no? E poi, con l’abbondanza di esterni che ci sta, il tridente, vero o mezzo taroccato, sarebbe una benedizione per Lozano, che potrebbe partire largo senza patire più da centravanti e farebbe tornare il sorriso anche a Lorenzinho, il quale però una mossa lo stesso se la deve dare. Vero, a questo nuovo-vecchio disegno mancherebbe un piede da regista in mezzo al campo, ma come, nonostante il pari, s’è visto a Torino, a questo si potrebbe rimediare.

Fonte: CdS

 

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