Ciaschini (ex vice Ancelotti): “Il Napoli è perfetto per un 4-3-3 di partenza”

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Giorgio Ciaschini e Carlo Ancelotti hanno lavorato per vent’anni assieme, più di 500 partite vissute dal primo come vice-allenatore o da osservatore privilegiato del tecnico che oggi guida il Napoli. Ed a 72 compiuti ieri, la voglia di smettere col calcio proprio non c’è, continuando a seguire il compagno di centinaia di battaglie, anche se dal piccolo schermo. Sene parla ai microfoni de Il Mattino:

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Ancelotti sconfitto da Sarri: c’è chi sostiene sia tutta colpa del modulo. «Chi fa calcio sul campo non si innamora di vuote formulette. Il modulo nasce da una disposizione in campo, è solo un discorso iniziale: ciò che conta è come ci si muove nella fase difensiva ed in quella offensiva».

Questo Napoli di inizio stagione come si muove? «Sette gol subiti in due partite sono tanti: è chiaro che ci sono diversi fattori che non stanno aiutando Carlo nell’applicare al meglio questo sistema di gioco».

Quali pensa siano i fattori principali? «In un momento di avvio, è ovvio che la forma fisica non può esser al meglio così come non sono registrati i movimenti dei calciatori. Questo, ad esempio, comporta che i quattro attaccanti schierati non partecipino come dovrebbero alla fase di non possesso, anche perché non possono avere la giusta lucidità per farlo: ma senza rientri, senza un certo tipo di posizionamento rischi di soffrire. A centrocampo si percepisce che non ci sono le giuste coperture sia sull’interno che sugli esterni e in difesa c’è bisogno che si cementi maggiormente la coppia Koulibaly-Manolas: stiamo parlando di due difensori fantastici,ma l’intesa si raggiunge solo con il passare delle partite».

Meglio cambiare sistema iniziale? «Non vedo la squadra tutti i giorni, non potrei mai consigliare a Carlo qualcosa del genere, senza sapere lui cosa ha inmente per la sua squadra. Ho letto, però, che il Napoli ha seguito lungamente James Rodriguez: Ancelotti lo avrebbe esaltato nuovamente, come è già successo quando lo ha allenato. Ovvio che l’assenza di un trequartista classico, credo, che possa cambiare l’idea di un 4-2-3-1 puro, quindi…».

Quindi? «Lo dico da osservatore esterno: francamente, a me questa rosa sembra esser perfetta per un 4-3-3 di partenza. Soprattutto perché hai tanti centrocampisti che possono buttarsi nello spazio con una qualità enorme. Vedo bene Fabian a questo tipo di lavoro, così come Allan, Zielinski e lo stesso Elmas che mi sembra avere quelle caratteristiche per giocare in quel segmento di campo: sono tuttimediani capaci di entrare nello spazio ed esser determinati negli ultimi metri. Poi, l’attacco è stato rafforzato da un giocatore straordinario quando parte da destra, come Lozano. Sono certo che questo ragazzo può fare la differenza. Sei poi ci aggiungi gente come Insigne,Mertens e Callejon, parliamo di un reparto che sulle ali è di prima fascia. A quel punto, il naturale completamento è stato prendere Llorente, uno che ti regala anche il giusto spessore internazionale: parliamo di uno che ha giocato la finale di Champions, che da tanti anni è sempre al top, uno che si può alternare con Milik nel ruolo di punta centrale, senza perdere qualità».

Ancelotti ha fissato l’obiettivo: lottare per lo scudetto: può farcela? «Il Napoli, per me, ha una rosa inferiore individualmente sia alla Juventus, sia all’Inter dopo gli investimenti che ha fatto questa estate. Ancelotti, però, può giocarsi il vantaggio di lavorare su meccanismi che lo scorso anno è riuscito a collaudare: se riuscirà a far superare attraverso il collettivo la distanza con le altre che c’è dal punto di vista individuale, allora se la può giocare per lo scudetto. E conoscendolo, credo che i tifosi azzurri possano stare sereni, il Napoli può lottare fino alla fine con Juve ed Inter».

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