Prohaska a Il Mattino: “L’assenza di Koulibaly? Potrebbe caricare gli austriaci, ma il Napoli è favorito”

Prohaska: "attenzionel’assenza di Koulibaly caricherà il Salisburgo"

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Herbert Prohaska detto Lumachina, ex Inter e Roma, intervistato da “il Mattino”, primo straniero a varcare le frontiere dopo la storica riapertura nell’estate del 1980, centrocampista dell’Austria dal 1974 al 1988 e poi ct austriaco, non è convinto della chance del Salisburgo di ribaltare i destini dell’ottavo di finale. «Vero che lo scorso anno il Salisburgo ha segnato 4 gol alla Lazio in pochi minuti, ma è anche vero che questo Napoli ha esperienza europea ed è guidato dal mio amico Carlo Ancelotti che certi notti non le sbaglia tanto facilmente».

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Prohaska, il 3-0 può essere ribaltato? «Il Salisburgo ha giocato solo gli ultimi venti minuti ai propri livelli, per il resto si è aggrappato ai falli e a poco altro. Poteva prendere anche cinque o sei gol l’altra sera e alla fine il fatto di non aver segnato fuori casa avrà un peso decisivo per il passaggio del turno. In Austria tutti ci aspettavamo qualcosa di più dalla squadra di Rose».

Le assenze di Koulibaly e Maksimovic al ritorno possono dare coraggio ai suoi connazionali? «Koulibaly è un mostro, mancherà il capo della difesa e quindi non è una cosa di poco conto. La sua assenza può dare il coraggio ma per recuperare un simile risultato devi fare una partita favolosa, non sbagliare nulla e non concedere niente».

Complicato? «Io ho visto il Napoli fuori casa in Champions, con il Paris St Germain e il Liverpool: è squadra che fa paura e giovedì troverà lo spazio per fare un contropiede.Ma la differenza tra il vostro calcio e il nostro è ancora notevole».

Che impressione le ha fatto il Napoli? «Una squadra che negli ultimi anni ha cambiato poco ed è questa la sua forza. Poi è allenata da un allenatore straordinario, ilmio amico Carletto. In questo momento giocano il miglior calcio in Italia. La Juve è lontana, irraggiungibile in serie A, proprio come il Salisburgo è lontano nel campionato austriaco».

Con Ancelotti ha vinto uno scudetto alla Roma. «Un’annata unica, straordinaria. Che ci ha uniti per sempre. Io avevo 25 anni, Carletto 21: un grande amico e ora è un grandissimo allenatore».

A proposito, Di Francesco è stato esonerato. «Non mi sorprende. Se perdi il derby in quel modo e poi vai fuori dalla Champions tre giorni dopo, difficile che non finisca così».

Questo Napoli può vincere l’Europa League? «Sì, è una delle pretendenti. Ma non è il solo: ci sono l’Arsenal, anche se ha perso 3-1, il Chelsea, l’Inter. In coppa basta poco per rovinare tutto: la Lazio ci ha messo l’anno scorso meno di venti minuti per essere eliminata».

Prohaska, si diverte a vedere il calcio italiano? «Vedo sempre tante partite della serie A, l’arrivo di Ronaldo ha dato visibilità e ha innalzato il livello,ma vedere i fuoriclasse sui campi italiani negli anni ‘80 era la regola. Io ero uno straniero e intorno a me c’erano 25 italiani. Ora ci sono 25 stranieri e un solo italiano».

Pesa il fatto che in Austria non ci sono rivali al Salisburgo? «Sì, è un problema la scarsa competitività del campionato. Ma anche la Juve paga questo prezzo quando va in Champions. Così come il Psg che in Europa ha sempre affanni».

Lainer ha un po’ deluso. «Merito di Ancelotti che conosce la sua forza e lo ha chiuso sulla sinistra limitando il suo potenziale offensivo. Nel Napoli lo vedrei proprio bene».

Senta, ma perché la chiamavano “lumachina”? «Hanno sempre sbagliato il mio soprannome, lo hanno tradotto male: “schneckerl” significa ricciolino ma da voi hanno tradotto male. Ma mi sono affezionato anche a quel nomignolo». 

La Redazione

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