Se non si incassano i soldi del San Paolo, si ipotizza «il danno erariale al Comune»

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La sostanza di una vicenda che ha molto stancato – soprattutto i tifosi – è che appena a novembre le parti avevano dichiarato «reciproca soddisfazione per la ripresa della trattativa». Il brindisi e la stretta di mano prima della partita con i francesi del Psg sembravano effettivamente il suggello definitivo alla querelle. Dicembre doveva essere il tempo delle firme su una convenzione che sarebbe durata 10 anni. Invece non solo non ci sono state le firme, ma le parti sembrano di nuovo molto distanti. Cosa farà il Comune quando avrà acquisito i dati dalla Siae? È probabile ci sarà prima una lettera formale alla Società dove si presenterà il conto, in caso non arrivasse il pagamento, non è escluso che Palazzo San Giacomo possa adire le vie legali attraverso una ingiunzione di pagamento. Uno scenario triste, cupo, che non giova a nessuna delle parti. Quanti soldi ballano? Tre stagioni agonistiche al botteghino per la Ssc Napoli valgono tra i 50 e i 60 milioni. La tariffa da pagare di partita in partita stabilita dal Comune è del 10 per cento degli incassi. Nella sostanza il Municipio retto dal sindaco Luigi de Magistris chiede tra i 5 e i 6 milioni a patron De Laurentiis. Cifra che è tre volte superiore a quella stabilita nella convenzione scaduta tre anni fa. Palazzo San Giacomo – giova ricordarlo – è un ente in predissesto e ha perennemente i fari della Corte dei Conti puntati addosso. Il San Paolo è un impianto pubblico che deve generare reddito altrimenti si configura per gli amministratori «il danno erariale al Comune». Fonte: Il Mattino

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