Fumogeno in un Van, poteva essere una strage. Alcuni ultras azzurri di Curva A? Si indaga

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Lo scontro ha visto coinvolte oltre 150 persone (un centinaio gli interisti, rinforzati anche dai “gemellati” ultras del Varese e del Nizza; una settantina i napoletani arrivati a bordo di alcuni mini van). Gli inquirenti ritengono che non sia stato casuale, ma preparato in ogni dettaglio, a partire dagli appuntamenti fissati con chat su Telegram (contatti frequenti anche a mezzora dal fatto). Fonti investigative fanno risalire ai giorni precedenti al Natale l’acquisto di alcune delle armi utilizzate per l’aggressione e poi abbandonate nei giardini di via Sant’Elena, dove ieri sono state refertate dagli uomini della Scientifica. Resta da capire come facessero gli interisti a sapere dell’arrivo dei napoletani: li hanno “intercettati” casualmente oppure le due tifoserie si erano date appuntamento per un regolamento dei conti? Sembra che il mini corteo dei van non fosse atteso dalle forze dell’ordine ed è stato notato da un’auto della polizia all’uscita di via Novara della Tangenziale Ovest. Da quel momento agli scontri sono passati pochi minuti, non sufficienti per impedire il contatto. Da capire se i supporters campani facciano parte della Curva A. Resta il fatto che, fermato il traffico, sono iniziati i tafferugli: i vetri sono andati in frantumi e all’intero di uno dei pullmini è stato lanciato un fumogeno. Il rischio che il mezzo prendesse fuoco, con una tragedia di dimensioni ancora maggiori, è stato elevato. Sono volati pugni e bastonate fino a che sono stati i napoletani a far presente che un interista era a terra. A quel punto Belardinelli è stato soccorso e gli ultras sono scappati: i nerazzurri hanno ripreso le macchine parcheggiate in una strada laterale (dove erano arrivati in due gruppi distinti e avevano atteso), i napoletani sono andati allo stadio. Fonte: Il Mattino

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