Ciccio Marolda: “Ma non doveva essere un dicembre nero per la Juve?”

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L’opinione di Marolda sul CdS:

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Ma non doveva essere un dicembre nero, o tutt’al più grigio, per la Juve? Non era questo il segmento “trappoloso” per i bianconeri? Beh, se doveva essere così, chi l’ha pensato non ci ha preso. Perché poco manca che capiti giusto l’incontrario: la Juve, infatti, continua a vincere partite senza manco spettinarsi, mentre il Napoli torna alla vittoria con fatica e l’Inter cigola e lascia punti a chi sa approfittarne. Perché? Bella domanda. Certo, la Juve va come forse non è mai andata in vita sua, ma il Napoli, ad esempio, che pure è squadra eccellente, che è secondo in Italia e che in Champions cammina a petto in fuori, poteva fare di più per non ritrovarsi otto punti dietro i bianconeri, oppure ha prodotto il massimo e il meglio di quel che poteva fare sino ad oggi? Ha fatto parecchio, questo è certo. Cosa che se da una parte può consolare chi ama farsi consolare, di sicuro è un rischio grosso per il campionato. Addirittura per il calcio. Il nostro calcio. Perché con questa Juve dei sette scudetti uno di fila all’altro e dell’ottavo giunto al terzo mese, rischia di venir meno l’imprescindibile presupposto del divertimento: l’imprevedibilità. Proprio così: di questo passo il pallone non sarà più rotondo. Tant’è che al di là d’ogni legittima ambizione e al netto dei problemi che pure si porta dietro, su questo Napoli – soprattutto su di lui – oggi cade la responsabilità di difendere il campionato dalla dittatura juventina.
Bella responsabilità per chi come lui fa, sì, il galletto in Europa ma poi si prende distrazioni in campionato. Questione di crescita. Di maturità. D’adrenalina, forse. Ma anche di qualità complessiva d’una squadra che di partita in partita sta capendo che cosa gli serve davvero per un posto fisso tra le grandi e per ridurre le distanze dalla Juve.
Infatti, viaggia su un doppio binario questa squadra da quando c’è don Carlo: obiettivi importanti già quest’anno e quest’anno come trampolino per la prossima stagione. Che, campionato a parte, vuol dire: il più avanti possibile in Champions per fare tanta cassa per dar senso a un inspirato piano d’investimenti. Ispirato. Ovvero, non puntando soltanto su futuribili talenti, ma, anche su un paio di quei signori che per esperienza e per età fanno la differenza. Insomma, vanno benissimo Mazzarri e Benitez, Sarri ed Ancelotti, ma alla fine decidono sempre quelli che vanno in campo. Chiaro il concetto?”.

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