Carratelli racconta Hamsik(1^ parte) – La sua scelta di vita

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Dalle pagine del CdS:

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Fedelissimo tra i fedelissimi di questa passione che si chiama Napoli, con la partita numero 512 contro il Psg Marek ha superato il terzinone salernitano di Sassano (511) dopo avere sopravanzato il capitano mio capitano (505 partite). Più lunga fu la vita tra Soccavo e il San Paolo di Bruscolotti, sedici anni. Più lunga ancora quella di Totonno, diciassette anni. Il maggior numero di partite dei tempi moderni ha consentito al prodigioso “vecchio ragazzo” di Banskà Bystrica di arrivare molto prima in vetta conquistando il record assoluto di presenze.
Napoli è stata una scelta di vita. Dopo essersi rivelato un fuoriclasse per la semplicità e l’incisività del gioco, Hamsik è diventato un tranquillo napoletano, da che era un tranquillo ragazzo slovacco di Banskà Bystrica. Contentarsi del giusto e del sicuro in un posto dove valgono più i sogni che le pretese, dove molte volte basta ca ce sta ‘o sole, dove ‘a voce de’ creature saglia chianu chianu e tu sai can nun si sule. La città “seconda mamma mia” di Diego che tutti abbraccia e incanta in un grande sogno di bellezza e sentimento, ‘o paraviso ‘nterra, anema e core e core ‘ngrato, funiculì funiculà, malafemmena e bene mio.
Una scelta di vita che ha fatto di Marek una stella fissa nel cielo di Napoli e nel cuore dei napoletani. Nove anni fa, proprio Ancelotti che era al Chelsea l’avrebbe voluto a Londra e Abramovic era disposto a sborsare 40 milioni di euro. Era l’ottobre 2009. Due anni dopo, ci fu un tentativo del Milan, ma Berlusconi (presidente del Consiglio) per acchiappare voti urlò in campagna elettorale a Piazza Plebiscito: «Il Milan non comprerà Hamsik». Tre anni fa, la Juve tentò Marek invano. Pavel Nedved, vicepresidente bianconero, ha rivelato: «C’era quasi l’accordo col Napoli, ma Hamsik decise di non venire da noi. Se fosse arrivato alla Juve avrebbe avuto la possibilità di vincere il Pallone d’oro perché Marek è un campione assoluto». Di recente, una tentazione, la Cina, non ha avuto seguito. Hamsik è rimasto a Napoli, Marekiaro per sempre.
Non un lazzaro felice, come Dieguito, ma uno studentino come ce ne sono a Posillipo, il viso chiaro e leale, per bene, gli occhialini, il garbo e l’educazione come guide perenni e solo quella voce gutturale, dell’Est, a impedirgli di parlare napoletano dolcemente, lui che è dolce nel cuore, e poi la cresta che una volta valse un gol a Bratislava contro lo Slovan, il suo essere un bravo ragazzo, sempre disponibile, mai ombroso neanche quando gli allenatori lo hanno richiamato in panchina tante volte, troppe volte. 

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